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giovedì 20 novembre 2008

Torna el "Pibe de Oro": Scozia - Argentina 0-1


La nuova avventura di Diego Armando Maradona inizia con il piede giusto. Che stavolta non è il suo magico mancino, ma il destro di Maxi Rodriguez. Il battesimo scozzese è un successo di misura che significa el “mejor comienzo”, il miglior inizio.
UN ESORDIO VOLUTO DAL DESTINO - Trent’anni fa, come oggi. Stesso scenario, l’Hampden Park di Glasgow. Stessa storia, Scozia-Argentina, che da amichevole insignificante si trasforma in evento calcistico epocale. Per merito dello stesso protagonista. Allora, nel 1979, nell’Argentina che chiudeva una tournée europea contro la Scozia, un Pibe appena ventenne realizzava il suo primo gol con la maglia della Selección, aprendo un ciclo indimenticabile. Oggi, prova ad aprirne un altro.
L'ENNESIMO ESORDIO - Si comincia senza colpi di testa. O forse sì, visto il 4-4-2 quadratissimo, come non si vedeva da tempo in casa Argentina. Senza trequartista, complice l’assenza di Messi e Riquelme (che comunque ha giù avuto la sicurezza di essere il “dieci”), il ciclo si apre con Carrizo tra i pali e una difesa in linea con la sola novità di Emiliano Papa sulla corsia mancina. Davanti a lui, un altro nome nuovo: Jonas “Spiderman” Gutierrez, esterno del Newcastle. In mezzo, con il mastino Mascherano c’è Gago. E davanti? Maradona, vista l’assenza forzata del Kun Aguero, punta sulla velocità del tandem Lavezzi-Tevez.
AVVIO DA PIBE - Ma la prima gioia a un Maradona compostissimo la regala Maxi Rodriguez. Passano otto minuti e il centrocampista dell’Atletico Madrid chiude nel migliore dei modi il triangolo stretto impostato da Tevez e Gutierrez, su cui McGregor nulla può. Nei primi minuti giocano solo gli ospiti. Il portiere scozzese devia in tuffo un tentativo del neo-capitano Mascherano dal limite e risponde con prontezza al sinistro di Lavezzi, sull’assist di Tevez. La Scozia impiega venti minuti buoni per capirci qualcosa, ma alla lunga viene fuori bene. McFadden prova a pareggiare con un sinistro ravvicinato, ma Demichelis devia in angolo. Poi l’attaccante per poco non sfrutta un’incomprensione tra il difensore e Carrizo.
SQUADRA QUADRATA - La ripresa si apre con i ritmi vivaci dei primi minuti del match. Lavezzi prova a fare il Maradona in un paio di occasioni, ma il suo sinistro non è preciso e la magia di tacco per Tevez viene intercettata. La palla migliore ce l’ha invece ancora una volta McFadden, su cui Carrizo è costretto agli straordinari. Al 70’ c’è il primo cambio dell’era Maradona. Fuori Gutierrez, dentro Lucho Gonzalez. Heinze ci prova su punizione, senza fortuna. Poi c’è la staffetta napoletana tra Lavezzi e Denis. Ma le emozioni scarseggiano. L’Argentina cerca di controllare, e rischia su qualche accelerazione scozzese. Maradona si alza in piedi solo negli ultimi minuti e si sbraccia quasi a voler esorcizzare la possibile doccia fredda. Che non arriva. Al triplice fischio si apre un sorriso nel volto scuro di Maradona, che lascia lo stadio tra gli abbracci e vola dalla figlia Gianinna, ricoverata a Madrid, dove ad assisterla c’è già Sergio Aguero.

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