A volte l'istinto premia nell'immediato e punisce nel prossimo futuro. In alcuni casi sarebbe stato meglio contare fino a dieci prima di compiere un'azione. Chissà come ha vissuto questi due giorni il calciatore più discusso del momento, Alberto Gilardino. Un gesto come il suo è così palese da far unire ed affiancare personaggi per natura antitecici, come i classici opinionisti del processo di Biscardi, da anni emblema della sovrapposizione di interventi e di parole con più o meno senso. Una cosa è certa: Gilardino ha danneggiato il Palermo ma allo stesso tempo ha recato un danno a se stesso ed alla Fiorentina. I tre punti incassati dai viola rimangono, penseranno i tifosi rosanero, ma la bruatta figura dei toscani non sarà facile da cancellare, sopratutto dopo il caos scatenato dall'episodio ed in particolare se a riguardo di una società che ha tentato in tutti i modi di farsi paladina del fair play e della lotta all'antisportività. Ed il terzo tempo dove finirà adesso? Si andrà direttamente ai rigori dopo il secondo? C'è quindi una consolazione per tutti i tifosi del Palermo: Gilardino è stato squalificato per due giornate e la Fiorentina ha fatto una figura così brutta da tornare indietro sui propri passi e temporeggiare in merito alla presentazione del ricorso contro la squalifica. Quando è troppo è troppo, a volte bisognerebbe avere la signorilità di capire che certi atti sono così lampanti e chiari agli occhi di tutti, che un ricorso sarabbe come gridare contro la giustizia sportiva e prima ancora all'oggettività. Quella è stata una lieve schiacciata, un accompagnamento del pallone in rete, un tocco stile curling. Comunque si voglia descrivere, una cosa è certa, non si tratta di un episodio casuale o involontario. Il giudice sportivo, Giampaolo Tosel, tra le righe del comunicato ufficiale attraverso il quale ha comunicato la squalifica di due giornate per la punta della nazionale, ha voluto sottolineare che: "Questo Giudice ritiene che, nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, il gesto compiuto dal Gilardino, per la sua peculiare dinamica, sia stato volontario, intenzionale e non determinato né condizionato dalla condotta tenuta dal Dellafiore negli attimi antecedenti". A questo punto non dovrebbero esserci più dubbi, il verdetto è già annunciato, sulla carta. Poi se si vuole incombere in una figura catastroficamente ancora più brutta, che si presenti il ricorso, ma a quel punto non sarà più solo lo sport a perderci...
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