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giovedì 25 giugno 2009

La Confederations in pillole: le Semifinali


"Miracle On Grass" - La sensazionalistica cultura statunitese spesso non esita a utilizzare la parola miracolo in molti ambito. In campo sportivo ad esempio tutti gli americani ricordano "The Miracle On Ice", riferendosi alla debole squadra di hockey USA che vinse la Semifinale contro i favoritissimi Russi alle Olimpiadi di Lake Placid del 1980, vendicando l'umiliante sconfitta patita un mese prima al Madison Square Garden in amichevole e di fatto spianando la strada verso l'oro olimpico: sulla vicenda Hollywood c'ha fatto un film, che trasuda epica da tutti i pori, con un fenomenale Kurt Russell. Probabilmente la nazionale statunitense di calcio non avrà mai quest'onore, dato che negli USA persino le news provenienti da un evento unico come il Draft NBA oggi oscurano le gesta dei ragazzi di Bradley, ma non c'è dubbio che ieri si sia assistito ad un miracolo.
Interrompere la striscia di una squadra come la Spagna non era facile, gli USA ci sono riusciti mettendoci ciò che serviva: cuore, senso del sacrificio e una formidabile organizzazione tattica. La squadra stelle e strisce ha capito inoltre altri segreti per esser vincenti: un meccanismo ben oliato e un cinismo d'altri tempi. Il gioco comunque c'è stato, specie nelle battute iniziali, forse lucrando sulla leggerezza degli spagnoli, che hanno approcciato la gara in maniera fin troppo narcisista e superficiale, come se pensassero che gli States fossero un'altra Nuova Zelanda, o l'Iraq e il Sudafrica: non si possono spiegare altrimenti errori come l'azzardo corso da Capdevila nel provare ad anticipare un torello come Altidore, o il lezioso stop di Ramos quando si doveva spazzar via la palla.
Purtroppo per gli spagnoli, per la prima volta le Furie Rosse giocavano contro avversari all'altezza: risultato? Vincono gli States, ha luogo l'elogio della concretezza (e in Italia un'errata apologia di ciò che la Nazionale non ha fatto), mentre in Spagna si discute sugli huevos della selecciòn in un clima di ridimensionamento nemmeno tanto negativo in ottica mondiale: perchè gli USA di ieri insegnano che si vince con umiltà, fame e voglia di stupire il mondo. Ma non solo: voglia di fare il miracolo, non più sul duro ghiaccio ma sulla soffice erba di un campo da calcio.

Onore ai Bafana Bafana - I miracoli però difficilmente si ripetono in due giorni. Se lo sarebbero meritato pure i padroni di casa del Sudafrica di disputare la finale, ma per arrivare in finale servono pure episodi favorevoli, cosa che oggi è mancata. Un fischio a favore, il tiro telecomandato di Dani Alves che va in rete: così è sfumato il sogno di un Sudafrica che comunque esce a testa alta da una Confederations Cup giocata in crescendo sia dal punto di vista atletico che da quello tattico, una squadra forse sottovalutata che oggi può dirsi esattamente dove voleva essere ad un anno dal Mondiale da ospitare.
Al contrario del Sudafrica un Brasile che come al solito parte bene, poi scende e comincia a giocare con un andamento che sa tanto di montagne russe: come con l'Egitto raccoglie più del leggittimo, va avanti soffrendo e vola verso quella che sarebbe una vittoria giusta, non tanto per il gioco espresso ma per la clamorosa convergenza di eventi favorevoli ai verdeoro. Tra pochi giorni il responso, tra i brasiliani e un'altra Confederations Cup c'è solo il miracolo stelle e strisce.

Consigli per gli acquisti - Visita in USA per la coppia centrale Demerit-Onyewu: il primo, classe 1979, gioca nel Watford, in Inghilterra. Difensore vecchio stile, con notevole propensione al far legna, gioca bene d'anticipo e raramente sbaglia nelle decisioni. Si vede che ha l'esperienza di un giocatore navigato abituato al gioco europeo. Onyewu, classe 1982, gioca nello Standard Liegi ma ora è disponibile a parametro zero (si dice sia stato offerto al Livorno): fisico imponente, 195 centrimetri per 98 chili, sfrutta al meglio le doti che madre natura gli ha dato con un gioco fatto di gesti di gran potenza, abilità in anticipo e ottime capacità aeree. Non è un marcatore esperto come Demerit, ma fisicamente fa paura a tanti attaccanti.
Ultimo consiglio per gli acquisti dal Sudafrica con Siboniso Gaxa, classe 1984 del Mamelodi Sundowns, terzino di corsa e fisico, gioca con gran generosità ed è abbastanza abile nel sovrapporsi. Non fa dei grandissimi cross, ma per quanto riguarda tutto il resto ha un bagaglio tecnico decisamente all'altezza del calcio europeo.

La Finale - Appuntamento dunque il 28 Giugno a Johannesburg per lo strano scontro tra USA e Brasile. Pronostici della rubrica che già prima, con risultati non molto incoraggianti, si era sbilanciata durante questa Confederations Cup? Nessuno, non si vuole rischiare. Vogliamo lasciarvi solo con una domanda, la famosa domanda che Al Micheals, noto telecronista americano, rese famosa il giorno in cui ebbe luogo "The Miracle On Ice" di cui si è parlato qualche riga fa: "Do you believe in miracles?".

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Zamparini: "Sabatini in scadenza, rinnovo? Vedremo..." In base a questi due anni di operato, vorresti ancora Sabatini come ds del Palermo?

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