E' proprio la figura geometrica con TRE lati quella che decide il match tra Palermo e Milan: TRE sono infatti i gol realizzati dai rosanero, tra l'altro dai TRE uomini più avanzati della formazione di Ballardini: Simplicio, Miccoli e Cavani. Parentesi geometrica a parte, sono le trame di gioco quelle che hanno deciso il match del "Barbera": inesistenti tra le fila lombarde, abbondanti e piacevoli da ammirare quelle siciliane. Fondamentale, in tal senso, è stato l'apporto di capitan Liverani, bravo a velocizzare la manovra con "sventagliate" che hanno spellato le mani dei 33.997 presenti presso l'impianto palermitano. Finalmente sui loro reali livelli Nocerino e Balzaretti, mentre ha destato qualche perplessità (nessun campanello d'allarme naturalmente) la prestazione di Bovo. Quasi superfluo sottolineare le straordinarie prove dei vari Miccoli, Amelia, Cavani, Simplicio, Carrozzieri: proprio il centrale di Giulianova, come spesso gli accade, non è riuscito nell'impresa di impedire al proprio ardore di manifestarsi sotto forma di cartellino giallo. Ma, come affermava il protagonista di un storico spot, "o ti mangi 'sta minestra o ti butti dalla finestra". Non è improprio parlare di riscatto, invece, nel caso di mister Ballardini: l'allenatore ravennate ha schierato in modo diligente la squadra, affidandosi agli stessi undici (qualcuno parla di fedelissimi) che avevano sconfitto Roma tra le mura amiche e Juventus in trasferta. La speranza è quella di vederlo lavorare in pace, senza assili dall'accento friulano, e magari con l'ausilio, a partire da gennaio, di un centravanti di razza che permetta ai colori rosanero di volare verso traguardi di estera natura...
lo spazio dell'approfondimento che sta tra l'aggiornamento live ed i quotidiani cartacei.
ARTICOLI DEL GIORNO
- Serie A 2010/2011: Il calendario del Palermo
PALERMO: ROSANERO SU HERNANES
I gol dei rosa con D'Agostino by Gladiator987: Atalanta-Palermo
Televideo Rai
domenica 30 novembre 2008
La preview di Palermo-Milan
Parafrasando un celebre pezzo dell’interista Vecchioni, luci al Barbera!!! Per la seconda volta di fila lo stadio rosanero si mette l’abito da sera per ospitare un incontro di cartello, quello tra il Palermo di Davide Ballardini e il Milan di Carletto Ancelotti. Inutile ormai spiegare il significato di un gara del genere per il Palermo: oggi più che mai si deve provare l’impresa, alla luce delle assenze del Milan ma soprattutto alla luce della mancanza cronica di una vittoria, che si vorrebbe tornare a riassaporare. Il Milan deve ottenere i 3 punti per tallonare l’Inter, in un’annata che ora più che mai sembra propizia per l’undici rossonero, che però dovrà affrontare la gara senza la sua guida Kakà. Vediamo come si presentano le due squadre al grande match:
Ballardini, potendo contare sulla completa disponibilità del suo organico, continua a dare fiducia ai suoi 11 pretoriani, dovendo sciogliere solo qualche dubbio nelle ore precedenti la gara: trattasi dell’attacco, dove Succi dopo la gara di Bologna potrebbe insidiare Cavani, e del centrocampo, dove dovrebbe giocare Bresciano ma si potrebbe optare per un centrocampo più coperto con Guana o Migliaccio. Nessun dubbio in difesa, dove non si scappa da Amelia-Cassanio-Bovo-Carrozzieri-Balzaretti, lasciando dunque Simon Kjaer, buono ma ancora non abituato a queste gare, in panca; a centrocampo Liverani guiderà la squadra (si spera un po’ meglio del solito) e ci si aspetta molto da Nocerino; davanti le uniche certezze sono Simplicio, che non riesce a non perdere il posto con Ballardini, e Miccoli, che si spera possa ripetere la serata magica di un anno fa.
Probabile Formazione - Amelia; Cassani, Bovo, Carrozzieri, Balzaretti; Nocerino, Liverani, Bresciano; Simplicio; Miccoli, Cavani.
Panchina - Ujkani, Capuano, Kjaer, Migliaccio, Guana, Budan, Succi.
Più complicata la situazione per Ancelotti: assenze importanti come quelle dello squalificato Kakà e degli infortunati Nesta e Gattuso ,oltre che dell’ora più che mai ariete (gli ultimi gossip confermano il suo essere ariete anche nella fisionomia…) Borriello. Formazione quasi obbligata, con l’unico dubbio riguardante il ballottaggio Maldini-Kaladze nel ruolo di centrale, con favorito l’immarcescibile capitano rosanero. In porta dunque Abbiati, sulle fasce Zambrotta e Jankulovski, al centro Maldini e Bonera; in mezzo al campo qualità, quantità e anche pericolosità offensiva con Pirlo, Flamini e Ambrosini; avanzati Seedorf e l’uomo più atteso della serata, ovvero Ronaldinho, che supporteranno l’unica punta Alexandre Pato. Pronto a spuntare dalla panchina Superpippo Inzaghi, già castigatore del Palermo in più occasioni.
Probabile Formazione - Abbiati; Zambrotta, Maldini, Bonera, Jankulovski; Flamini, Pirlo, Ambrosini; Seedof, Ronaldinho; Pato.
Panchina - Dida, Favalli, Kaladze, Antonini, Emerson, Shevchenko, Inzaghi.
Indisponibili - Nesta, Gattuso, Kakà, Borriello.
sabato 29 novembre 2008
Parla Zamparini: "Serve un Palermo con grinta"
Torna a parlare Maurizio Zamparini. Il presidente rosanero, intervistato da Sky Sport, ha dichiarato: "Ho sensazioni positive perché ho visto bene il Palermo del secondo tempo a Bologna. Speriamo. Serve un Palermo con tanta grinta, molta di più di quella che ha avuto fino ad oggi. Spero che la tiri fuori. Punterei su tutta la squadra, non sul singolo. Kakà assente? E’ uno svantaggio perché il brasiliano trova maggiori motivazioni quando incontra i grandi club. Sicuramente chi lo sostituirà domani avrà motivazioni più forti di quelle che avrebbe avuto lui". Il patron, a proposito del momento d'oro di Ronaldinho, afferma: "Lo spauracchio è tutto il Milan, non Ronaldinho. Lui sicuramente è un giocatore che può risolvere la partita in qualsiasi momento". Infine Zamparini ha anche parlato di mercato: "Nilmar? Ho parlato col nostro Direttore Sportivo e martedì verrà a darmi un quadro della situazione. Non è che noi andiamo a prendere un giocatore così, abbiamo un programma e poi vediamo". Parola di presidente...
Cristiano Ronaldo pallone d'oro 2008
Non c’è ancora l’ufficialità (l’annuncio è atteso per martedì prossimo) ma ormai non sembrano più esserci dubbi: Cristiano Ronaldo è Pallone d’Oro. A confermarlo, come scrive “The Sun”, i fotografi che la rivista “France Football” (che ogni anno assegna il titolo) ha spedito ieri a Manchester per le foto di rito, nelle quali si vede la stella portoghese con in mano il prestigioso trofeo. Foto che serviranno sia per il giornale che per la stessa serata di gala, durante la quale verrà consegnato l’ambito riconoscimento. Era dai tempi di George Best che un calciatore dello United non vinceva il premio che, mai come quest’anno, ha messo d’accordo quasi tutti (compresi quelli che erano in lizza con lui per la vittoria finale), vista la straordinaria stagione scorsa di Ronaldo (42 gol segnati fra campionato e Coppa), culminata con la conquista della Champions League ai danni del Chelsea nella notte di Mosca (malgrado un suo errore dal dischetto che poteva costare caro).
Con il diffondersi della notizia,sono arrivati i commenti di alcuni grandi esponenti del calcio internazionale. Un prebiscito per il portoghese: si va dal giudizio di Messi “Ha vinto scudetto e Champions League con il suo club e quindi credo proprio che sia giusto attribuirgli questo riconoscimento”, agli ermetici Cannavaro e Lippi "Esito scontato. E' un grande campione e merita il pallone d'oro", al brasiliano Robinho "E' un grande giocatore. Se lo merita". Unico che sembra divergere dalle dichiarazioni degli altri campioni è Kakà, che con onestà ha commentato: "L'avrei dato a Messi, ma Cristiano Ronaldo se lo merita comunque, per tutto ciò che ha fatto e per le vittorie ottenute, in cui è stato fondamentale".
Con il diffondersi della notizia,sono arrivati i commenti di alcuni grandi esponenti del calcio internazionale. Un prebiscito per il portoghese: si va dal giudizio di Messi “Ha vinto scudetto e Champions League con il suo club e quindi credo proprio che sia giusto attribuirgli questo riconoscimento”, agli ermetici Cannavaro e Lippi "Esito scontato. E' un grande campione e merita il pallone d'oro", al brasiliano Robinho "E' un grande giocatore. Se lo merita". Unico che sembra divergere dalle dichiarazioni degli altri campioni è Kakà, che con onestà ha commentato: "L'avrei dato a Messi, ma Cristiano Ronaldo se lo merita comunque, per tutto ciò che ha fatto e per le vittorie ottenute, in cui è stato fondamentale".
Catania-Lecce: un derby a distanza
Al Massimino per ricaricarsi. Frustrate per l'ennesima volta le speranze di un'impennata in trasferta con la sconfitta di Marassi contro la Sampdoria, il Catania torna a puntare sul fattore campo, abituale arma in più, per l'anticipo contro il Lecce. Lo scontro diretto con i salentini mette in palio punti pesanti per la salvezza, ma Walter Zenga è categorico: ''Non voglio sentir parlare di partita-chiave o di cose del genere. Ogni incontro ha lo stesso valore, non mi piace che si ragioni in modo differente''.Il duello in panchina tra allenatori milanesi stimola Zenga: ''Beretta è un mio concittadino e gode della mia massima stima. Sarà un bel derby. Ho sempre seguito con un occhio di riguardo le sue squadre. Ovunque è andato, ha lavorato molto bene e anche il Lecce è una formazione degna di assoluta considerazione. La classifica non rende giustizia ai salentini. I giallorossi giocano un buon calcio, ma non fatemi soffermare sui singoli. E' il collettivo che ha un suo valore in sé''. Il tecnico dei salentini, Mario Beretta, parla invece degli etnei definendo la formazione di Zenga come una delle squadre più ostiche da affrontare in casa: "Se in questo avvio di stagione questa squadra ha già ottenuto ventuno punti vorrà dire che sta disputando un campionato meraviglioso. Anche quando ha perso, è riuscita ugualmente a mettere in difficolta’ l’avversario, come accaduto a Milano contro l’Inter. I punti sono tutti meritati, pertanto, ed in casa è una formazione ancor più temibile, ma in campo si va in undici contro undici". Insomma ci sono tutte le premesse per un derby a distanza, tra la maggiore rivale dei rosanero e la formazione più vicina col cuore al popolo palermitano. Catania-Lecce per i supporters rosanero non sarà una sfida come le altre...e ci sono pochi dubbi ....indovinate per chi tiferà il 99% dei tifosi rosa?
Il pericolo numero uno viene dal Brasile...Si chiama Ronaldinho
"Mi sto allenando molto e i risultati stanno arrivando". La felicità di Ronaldinho è una punizione a sei minuti dalla fine, capace di riportare il Milan in corsa. "Per me è una gioia - racconta il brasiliano appena sceso dall'aereo che ha riportato la squadra in Italia dopo il pareggio in casa del Portsmouth in Coppa Uefa - sono molto contento di aver segnato su calcio di punizione, cerco di mettere sempre in pratica quello che provo in allenamento e di essere sempre in forma in modo che le cose vadano bene".
STIMA TRA CAMPIONI - Quello di ieri sera è il secondo gol su punizione. A dicembre ci sarà Juventus-Milan, la sfida con Del Piero, altro asso dei calci piazzati, si avvicina. "Lui è un idolo per me, non sento la competizione con lui. Lo seguo da molto tempo e lo reputo un grande campione. Per me la cosa importante è che il Milan possa continuare a giocare bene come sta facendo".
RIGENERATO - Una specie di riscatto dopo le critiche ricevute all'arrivo a Milano, dopo il trasferimento dal Barcellona. "Arrivando qui speravo che le cose potessero andare bene, sono una persona positiva. La vita, comunque, è fatta così. È impossibile stare sempre bene. Sono contento di aver iniziato questa stagione nel migliore dei modi dopo un anno brutto trascorso a Barcellona. Era la cosa più bella che mi potessi aspettare, ogni giorno vedo che le cose vanno sempre meglio. Qui al Milan mi sento un giocatore importante, esattamente come lo sono tutti i miei compagni".
CUORE E CORSA - Non era facile neanche per un fuoriclasse come lui emergere in un campionato straniero, difficile poi come quello italiano. "Ogni campionato ha le proprie caratteristiche. Il calcio spagnolo è un campionato dove si gioca maggiomente con il pallone. Qui in Italia, invece, il gioco è più fisico, basato maggiormente sulla forza. Sono molto contento di poter giocare qui in Italia. In passato ho avuto la possibilità di giocare in Spagna in una squadra ricca di grandi campioni, ma adesso al Milan mi sto divertendo molto perché sono in un club che possiede molti giocatori forti".
PERICOLO NUMERO UNO - È senza dubbio il periodo più bello per Ronaldinho, arrivato per riprendersi e invece diventato protagonista insostituibile di questo Milan. "Per me è una gioia poter aiutare i miei compagni dando il mio contributo. Devo continuare ad allenarmi così, in modo da riuscire a realizzare altri gol e altri assist importanti per la squadra. Sto vivendo un bel momento". Talmente bello che prima di un altro Pallone d'oro preferirebbe raggiungere tutti gli obiettivi con la maglia rossonera. "Per me la cosa più importante è riuscire a vincere titoli con il Milan, poi se questo riconoscimento mi verrà dato sarò certamente contento".
STIMA TRA CAMPIONI - Quello di ieri sera è il secondo gol su punizione. A dicembre ci sarà Juventus-Milan, la sfida con Del Piero, altro asso dei calci piazzati, si avvicina. "Lui è un idolo per me, non sento la competizione con lui. Lo seguo da molto tempo e lo reputo un grande campione. Per me la cosa importante è che il Milan possa continuare a giocare bene come sta facendo".
RIGENERATO - Una specie di riscatto dopo le critiche ricevute all'arrivo a Milano, dopo il trasferimento dal Barcellona. "Arrivando qui speravo che le cose potessero andare bene, sono una persona positiva. La vita, comunque, è fatta così. È impossibile stare sempre bene. Sono contento di aver iniziato questa stagione nel migliore dei modi dopo un anno brutto trascorso a Barcellona. Era la cosa più bella che mi potessi aspettare, ogni giorno vedo che le cose vanno sempre meglio. Qui al Milan mi sento un giocatore importante, esattamente come lo sono tutti i miei compagni".
CUORE E CORSA - Non era facile neanche per un fuoriclasse come lui emergere in un campionato straniero, difficile poi come quello italiano. "Ogni campionato ha le proprie caratteristiche. Il calcio spagnolo è un campionato dove si gioca maggiomente con il pallone. Qui in Italia, invece, il gioco è più fisico, basato maggiormente sulla forza. Sono molto contento di poter giocare qui in Italia. In passato ho avuto la possibilità di giocare in Spagna in una squadra ricca di grandi campioni, ma adesso al Milan mi sto divertendo molto perché sono in un club che possiede molti giocatori forti".
PERICOLO NUMERO UNO - È senza dubbio il periodo più bello per Ronaldinho, arrivato per riprendersi e invece diventato protagonista insostituibile di questo Milan. "Per me è una gioia poter aiutare i miei compagni dando il mio contributo. Devo continuare ad allenarmi così, in modo da riuscire a realizzare altri gol e altri assist importanti per la squadra. Sto vivendo un bel momento". Talmente bello che prima di un altro Pallone d'oro preferirebbe raggiungere tutti gli obiettivi con la maglia rossonera. "Per me la cosa più importante è riuscire a vincere titoli con il Milan, poi se questo riconoscimento mi verrà dato sarò certamente contento".
giovedì 27 novembre 2008
La tv del popolo: un "orecchio" di riguardo per il Feel Rouge
La squadra di calcio a 5 del Feel Rouge sta continuando a sbalordire nel campionato regionale di serie C1. Feel Rouge Tv nella sua ultima puntata fa rivivere le emozioni dell'ultimo incontro vinto per 4 a 2 sull'Acireale attraverso la telecronaca originale di Alessandro Castellese. Ogni mercoledì alle 23 sul canale 830 di sky, potrete vedere quindi tutte le gare dell'ASD Feel Rouge. Orecchio al telecronista...
Champions: giornata in chiaroscuro per le italiane
90 minuti al termine della fase a gironi di Champions, manca una sola partita per conoscere definitivamente chi andrà agli ottavi e chi si accontenterà di provare la corsa per una UEFA qualitativamente affascinante più che mai in questa edizione. Già dopo questa due giorni però abbiamo molti risultati definitivi: tra questi, guardando alle squadre di casa nostra saltano subito all'occhio da un lato la qualificazione matematica della Juventus e dell'Inter (pur con qualche risultato fin troppo tafazziano per i gusti dei supporter nerazzurri), dall'altro l'eliminazione della Fiorentina. Unica squadra italiana in bilico è la Roma, che tuttavia ha una ghiotta occasione per la qualificazione nel prossimo turno, alla quale si presenta da capolista del girone. Andiamo a vedere la situazione gruppo per gruppo:
Nel Girone A finisce il sogno del Cluj di Trombetta: la Roma passa per 1-3 nella fredda Romania. Ora per i giallorossi di Spalletti basta battere il Bordeaux di Blanc in casa, in una gara che si preannuncia ricca di pathos tra due squadre che hanno giocato un buon girone di ritorno: i francesi hanno bloccato il Chelsea in casa e si giocano le ultime chance per passare in una gara da dentro/fuori,a meno che il Chelsea non si suicidi contro il Cluj, cosa che onestamente pare probabile quanto la vittoria di un mondiale da parte della nazionale di Città del Vaticano...
Bordeaux-Chelsea 1-1 (83' Diarra; 60' Anelka)
CFR Cluj-AS Roma 1-3 (30' Youssuf Kone; 11' e 64' Brighi, 23' Totti)
Classifica - AS Roma 9, Chelsea 8, Bordeaux 7, CFR Cluj 4.
Nel Girone B il Panathinaikos, corsaro a San Siro contro un'Inter forse troppo rilassato dopo le ultime ottime prestazioni, è la squadra del momento: tuttavia, la qualificazione è ancora a rischio...servirà battere l'Anorthosis, che ha definitivamente fatto fuori un deludente Werder Brema pareggiando in casa 2-2: bichiere mezzo pieno, ma anche mezzo vuoto gli uomini di Ketsbaia, che sopra 2-0 a 20 minuti dalla fine si son fatti raggiungere ingenuamente, perdendo due punti d'oro. Riusciranno ora i ciprioti a passare nel catino di Atene oppure quelli del Pireo torneranno a casa con una qualificazione che oggettivamente pare meritata guardando le ultime giornate?
Inter-Panathinaikos 0-1 (69' Sarriegi)
Anorthosis Famagosta-Werder Brema 2-2 (62' Nicolaou, 68' Savio; 72 Diego, 88 Boenisch)
Classifica - Inter 8, Panathinaikos 7, Anorthosis Famagosta 6, Werder Brema 4.
Nel Girone C continua lo show del Barça che stavolta ne fa 5 in casa dello Sporting, in una partita tra due squadre già qualificate. Si sveglia tardi lo Shaktar Donetsk che massacra il Basilea in casa e conquista la UEFA.
Shaktar Donetsk-Basilea 5-0 (32', 65' e 72' Jadson, 51' Wilian, 75' Seleznyov)
Sporting Lisbona-Barcellona 2-5 (65' Veloso, 66' Liedson; 14' Henry, 17' Pique, 49' Messi, 67' autogol di Caneira, 72' Bojan Krkic)
Classifica - Barcellona 13, Sporting Lisbona 9, Shaktar Donetsk 6, Basilea 1.
Continuano a correre in coppia Atletico Madrid e Liverpool, che battono PSV e Olympique in uno dei gironi forse meno avvincenti di questa edizione della Champions League, il Girone D.
Atletico Madrid-PSV Eindhoven 2-1 (14' Simao, 28' Maxi Rodriguez; 47' Koevermans)
Liverpool-Olympique Marsiglia 1-0 (23' Gerrard)
Classifica - Liverpol 11, Atletico Madrid 11, PSV Eindhoven 3, Olympique Marsiglia3.
Anche il Girone E vede due squadre a braccetto, con Manchester e Villareal a 9 punti anche dopo il grande scontro diretto in terra spagnola. Clamoroso risultato per l'Aalborg invece che sbatte fuori il Celtic dalla UEFA con una grandissima vittoria casalinga.
Villareal-Manchester United 0-0
Aalborg BK-Celtic Glasgow 2-1 (73' Caca, 87' autogol di Caldwell; 53' Robson.
Classifica - Manchester United 9, Villareal 9, Aalborg BK 5, Celtic Glasgow 2.
Verdetti definitivi o quasi anche per il Girone F,al di là degli scontri dell'ultimo turno (imperdibile la sfida tra Lione e Bayern). Come detto fuori la Fiorentina: gli uomini di Prandelli sicuramente hanno deluso le aspettative, pagando lo scotto in termini di esperienza, in termini di fortuna ma soprattutto in termini di qualità, dando l'impressione che forse il peso di certi giocatori sia stato sopravvalutato al momento di preparare seriamente il ritorno in Champions. Come non trasalire di fronte ad una retroguardia viola che durante questa fase a gironi è stata letteralmente aperta in due da chiunque non faccia parte dello Steaua Bucarest?? Tuttavia si può ancora salvare la stagione europea: basta non perdere in Romania per conquistare la UEFA. L'augurio dei tifosi viola sarebbe conquistare la prima vittoria, ma forse a questo punto ci si potrebbe accontentare, strappando un misero pareggio per andare in UEFA, la dimensione attualmente più congeniale ai viola.
Bayern Monaco-Steaua Bucarest 3-0 (57' e 71' Klose, 61' Toni)
Fiorentina- Olympique Lione 1-2 (15' Makoun, 27' Benzema, 45' Gilardino)
Classifica - Olympique Lione 11, Bayern Monaca 11, Fiorentina 3, Steaua 1.
Anche nel Girone G, come direbbero gli anglosassoni, la signora grassa ha già cantato lasciandoci più di un verdetto definitivo. Promosse Arsenal e Porto, fuori Dinamo Kyev e Fenerbahce: attenzione all'ultima settimana, con gli scontri diretti per primo posto e UEFA.
Arsenal-Dinamo Kyev 1-0 (87' Bentdner)
Fenerbahce-Porto 1-2 (63' Kazim Kazim-Richards; 19' e 28' Lisandro Lopez)
Classifica - Arsenal 11, Porto 9, Dinamo Kyev 5, Fenerbahce 2.
Giornata scialba per il Girone H: pareggio a reti inviolate per la Juve in Russia contro uno Zenit già pronto a tornare a difendere la Coppa UEFA conquistata l'anno scorso, il Real invece passa il turno stendendo il BATE con la bandiera Raùl. Non basta per ottenere il primo posto però: la Juve può tranquillamente pareggiare in casa contro il BATE per mantenere la leadership del girone.
Zenit San Pietroburgo-Juventus 0-0
BATE Borisov-Real Madrid 0-1 (7' Raul)
Classifica - Juventus 11, real Madrid 9, Zenit San Pietroburgo 5, BATE Borisov 2.
mercoledì 26 novembre 2008
martedì 25 novembre 2008
Zamparini sonda l'estero
Zamparini torna a parlare. Dopo aver detto la sua sugli arbitri nella serata di ieri("Sono preoccupato per le polemiche dopo la partita del Milan...gli arbitri da noi hanno poca tranquillità, molto meno dei colleghi inglesi. Sarebbe importante farli incontrare collegialmente con le società ogni mese per migliorare il rapporto."), oggi alla Gazzetta ha parlato di mercato e, naturalmente, con Ballardini nel mirino visto il filotto di gare non certo entusiasmante, ha parlato anche del suo allenatore:
"Ballardini resta anche se andiamo in B. Per quanto riguarda il mercato, sostituire Amauri non è facile, stiamo seguendo un paio di giocatori all'estero, però spero che Succi esploda e faccia poi il centravanti come Floccari nell'Atalanta. Adriano? Farebbe la differenza, ma non verrà mai. Cassano? Starebbe benissimo nella Juve, ha 7-8 anni in meno di Del Piero, e comunque andrà in una big italiana."
Menzionati dunque un paio di giocatori all'estero. Naturalmente al di là del chiodo fisso Nilmar e del Mister X che è stato presentato dalla TV del popolo (Keirrison), l'impressione è che il mercato caldo su cui si stia muovendo il Palermo è prevalentemente quello sudamericano: rimaniamo alla finestra per capire le strategie di un Sabatini operosissimo, chi sarà la nuova grande speranza rosanero?
"Ballardini resta anche se andiamo in B. Per quanto riguarda il mercato, sostituire Amauri non è facile, stiamo seguendo un paio di giocatori all'estero, però spero che Succi esploda e faccia poi il centravanti come Floccari nell'Atalanta. Adriano? Farebbe la differenza, ma non verrà mai. Cassano? Starebbe benissimo nella Juve, ha 7-8 anni in meno di Del Piero, e comunque andrà in una big italiana."
Menzionati dunque un paio di giocatori all'estero. Naturalmente al di là del chiodo fisso Nilmar e del Mister X che è stato presentato dalla TV del popolo (Keirrison), l'impressione è che il mercato caldo su cui si stia muovendo il Palermo è prevalentemente quello sudamericano: rimaniamo alla finestra per capire le strategie di un Sabatini operosissimo, chi sarà la nuova grande speranza rosanero?
lunedì 24 novembre 2008
Mchedlidze in tribuna per far spazio a Budan....Follie di un periodo nero
Il Palermo starebbe cercando un centravanti di assoluto valore. Dopo il match giocato contro il Bologna anche i più arditi sostenitori del "non guardiamo le scelleratezze ma battiamo comunque le mani" dovranno constatare che Budan è stato un investimento perso in partenza. La condizione fisica che ha dimostrato di aver raggiunto, dopo un calcolo approssimativo, ci fa arrivare alla conclusione che, nella speranza di non imbattersi in nuovi infortuni, il centravanti croato potrebbe raggiungere la forma migliore verso il mese di Aprile. Sino ad allora che si fa? Ecco perchè più di un tifoso rosanero sarà rimasto fortemente deluso quando ha capito che il giovane Mchedlidze è stato lasciato in tribuna, nonostante fosse totalmente recuperato già da quindici giorni, proprio per far spazio numericamente a Budan. Ballardini non può di certo portar con se in panchina quattro attaccanti e per consentire all'ex attaccante del Parma di tentare di ritrovarsi, ha dovuto rinunciare al giovane campioncino georgiano. Dopo Bologna il romanzo dovrebbe essere prossimo all'epilogo. Budan non può rappresentare una certezza per questa squadra e sino al momento in cui la società non deciderà finalmente di acquistare un attaccante, ebbene si lo ribadiamo, alla Milito, Mchedlidze non può andare in tribuna. La giovane punta non potrebbe di certo far peggio di Budan e non potrebbe far molto peggio del Cavani "degli ultimi quindici metri". Nell'ottica di un'analisi realistica e di alcune scelte fatte per il bene della squadra, non sarebbe così assurdo, spostare Miccoli nel ruolo di trequartista, consentendogli di spaziare a proprio piacimento senza vincoli tattici, e posizionando Mchedlidze al fianco di Cavani in avanti. Sicuramente fare peggio delle gare dell'ultimo mese è difficile, e devono essere attuati dei cambiamenti, così come è stato fatto alla fine del primo tempo del "Dall'Ara". Simplicio non può rappresentare una sicurezza, il suo rendimento è troppo discontinuo e Budan non può far guardare con ottimismo al futuro. Ecco che allora due elementi come Lanzafame e Mchedlidze devono trovare più spazio. Se Simplicio fa lanciare telecomandi o giornali per la rabbia e se Cavani non è un cecchino ma un attaccante di movimento ecco che scatta la soluzione, da mettere in campo gridando al mondo: "tanto peggio di così?". Miccoli dietro a Mchedlidze e Cavani, ed allora forse, si potrebbe far qualche punto in più da qui a gennaio, mese che al momento rappresenta una vera e propria ancora di salvezza per questa squadra. Mai come in questa stagione il Palermo sembra aver bisogno di innesti mirati e di assoluto valore. Forse perchè mai come in questa estate sono state acquistate troppe "scommesse" e snobbate assolute certezze....Dobbiamo rifare il suo nome?
Bologna - Palermo: le pagelle del popolo
Amelia 6: inoperoso anche nei momenti di maggior sconforto. Non può nulla in occasione del tocco ravvicinato di Di Vaio. Nella ripresa effettua un grande intervento sull'ex attaccante di Parma e Valencia permettendo ai suoi di rimanere in partita.
Cassani 5,5: Il terzino rosanero sbaglia troppi cross per gli standard ai quali ci ha abituato. Le sue iniziative sulla destra sono costanti e portano pericoli nell'area degli emiliani, ma il suo destro risulta in più di un'occasione troppo impreciso.
Carrozzieri 8: Senza di lui il Palermo sarebbe tornato da Bologna con una sconfitta pesante. Lotta come un leone per tutti i novanta minuti, svettando imperiosamente su tutti i palloni piovuti nella zona di sua competenza. Nonostante una vistosa ferita rimediata durante uno di questi scontri, riesce a trasformarsi nel finale in centravanti ed a propiziare la rete di Succi. Maestoso.
Kjaer 6: Il giovane danese riesce a ben figurare anche contro il Bologna. Riesce ad essere una sicurezza anche durante dei frangenti particolarmente delicati. Sbaglia poco in fase di impostazione e quando serve mette il pallone in tribuna.
Capuano 4,5: La gara di Bologna doveva coincidere con la sua riscossa ed invece ha dato una decisa mazzata al suo morale. Insicuro in fase difensiva e troppo timido in quella offensiva, stenta a trovare la giusta serenità che gli avrebbe permesso di fornire ben altra prestazione. Dopo questo match il suo futuro si tinge di giallo.
Lanzafame s.v: Gioca solo pochi minuti ma fa vedere di essere uno tra i più pimpanti. Appare uno dei pochi ad essere in grado di puntare e saltare l'uomo e nel grigiore di queste giornate è davvero strano che uno come lui non trovi spazio (stessa cosa dicasi per Mchedlidze).
Migliaccio 5,5: Gioca solo il primo tempo, riuscendo a proporsi positivamente solo in fase difensiva. Un mediano come lui tutto cuore e grinta non può trasformarsi in rifinitore.
Cavani 6,5: Il suo ingresso cambia la partita. Dopo la gara di Bologna appare chiaro che, nonostante non possa essere impiegato come centravanti a causa della sua scarsa lucidità in fase conclusiva, la sua presenza dà grande vivacità alla fase offensiva della squadra. La soluzione potrebbe prevedere un modulo con Miccoli trequartista, in cui l'uruguayano potrebbe agire da seconda punta andando ad affiancare un centravanti con la "C" maiuscola.
Liverani 5: Il regista rosanero sembra far tornare indietro di un ventennio il gioco del Palermo. Ricordando il più frizzante Rivera, rallenta vistosamente la manovra della formazione di Ballardini. Nonostante riesca a volte a compensare la lentezza atletica con il piede vellutato, spesso può rappresentare un limite per il cambio di ritmo del Palermo.
Nocerino 4,5: Dopo cinque giornate si diceva che vista la sua preparazione approssimativa, il mediano rosanero sarebbe venuto fuori alla distanza. E' spesso impacciato durante nella fase di impostazione e in più di un'occasione tenta la giocata di classe lanciando nel deserto dell'area di rigore avversaria. Al termine della tredicesima giornata ci si chiede chi tra Juventus e Palermo abbia fatto un'affare.
Simplicio 5: Il trequartista rosanero gioca l'ennesimo match altalenante. Nel primo tempo riesce a sbagliare circa il 99% delle giocate tentate, mentre nella ripresa, nonostante riesca a conquistare più di un pallone, risulta a volte penalizzante per i suoi. Tre stagioni sono forse sufficienti per capire quali siano i limiti di questo calciatore.
Miccoli 6: La sua tecnica di base gli consente di impensierire Antonioli anche da fermo. Tenta in più di un'occasione di accendere la luce, ma si trova fin troppo spesso a predicare nel deserto. Spettacolare la sua punizione che l'estremo difensore emiliano toglie dall'incrocio dei pali. Spesso è giusto chiedersi: cosa sarebbe Miccoli accanto ad una punta di assoluto valore?
Budan 4: La prestazione di Bologna è forse il punto esclamativo su una situazione a tratti imbarazzante. Macchinoso e statico, riesce a fallire l'occasione che gli capita tra i piedi grazie allo splendido assist di Miccoli. Una squadra con un certo tipo di ambizioni non può affidarsi ad un giocatore che potrebbe far faville solo in un effervescente "derby del cuore".
Succi 7: L'attaccante rosanero entra ad inizio ripresa e fa praticamente di tutto. Corre, lotta, fa da sponda, fallisce una rete clamorosa, colpisce una traversa a botta sicura, firma la rete dell'insperato pareggio. Potrebbe incidere sicuramente più in un match come quello di Bologna, che in occasione di grandi gare contro le prime della classe. In quest'ottica il suo utilizzo nel corso della stagione, se oculato, potrebbe dare qualche frutto.
sabato 22 novembre 2008
La preview di Bologna-Palermo
Il Palermo torna in campo, lo fa a Bologna in una partita assolutamente da vincere per sbloccarsi da quella quota 16 che ormai sembra esser diventata un macigno per i rosanero: tutto questo in vista del grande ritorno al Barbera dove transiterà un’altra squadra d’alto livello come il Milan. Fondamentale dunque ottenere punti contro dei rossoblu che sembrano aver trovato maggior convinzione con Sinisa Mihajlovic sulla panchina, ma latitano ancora nei bassifondi della classifica. Andiamo a vedere come si presenteranno sul campo le due squadre:
Nessuna assenza di rilievo per il Bologna. A parte Lavecchia, ci sono tutti e Mihajlovic può dunque schierare la sua miglior formazione: in porta va Antonioli, con Lanna e Zenoni terzini, mentre al centro saranno il greco Moras e Terzi, recuperato dall’influenza accusata in settimana, a guidare la difesa. In mezzo al campo due mediani, uno dedito alla corsa come Mudingayi e l’altro dai piedi buoni come Volpi, sosterranno il trio di trequartisti che vede il fresco acquisto di settimana Cèsar a sinistra, Marchini a destra e Bombardini al centro, finalmente in posizione avanzata dopo che ad inizio stagione era stato visto persino improvvisare il ruolo di terzino. Davanti infine una punta unica atipica come Di Vaio che può creare difficoltà facendo movimento e dando alla difesa pochi punti di riferimento.
Probabile Formazione - Antonioli; Zenoni, Moras, Terzi, Lanna; Mudingayi, Volpi; Marchini, Bombardini, Cèsar; Di Vaio.
Panchina - Colombo, Castellini, Coelho, Valiani, Adailton, Marazzina, Bernacci.
Indisponibili - Lavecchia.
Questa settimana più che mai la formazione del Palermo è stata difficile da interpretare in ogni ruolo, non solo per le assenze di Raggi, Bovo e Balzaretti ma anche per l’esigenza avvertita da più ambienti di dover cambiare qualcosa. In porta il primo dubbio: rientra Amelia, ma Fontana è pronto a lasciargli il posto? Sembrerebbe di sì. In difesa, Kjaer, reduce dalla trasferta in Danimarca di metà settimana, sostituirà Bovo al fianco di Carrozzieri, mentre sulla sinistra dovrebbe riapparire, dopo una lunga sparizione, Ciro Capuano: in settimana si era fatta largo l’ipotesi di spostare Cassani a sinistra, ma certamente Ballardini avrà capito che inserire due giocatori fuori ruolo (Ciaramitaro a destra e Cassani a sinistra) non sono l’ideale per la costruzione di una difesa organizzata. A centrocampo, dopo lo sconto nella pena del giudice sportivo, torna Nocerino che dovrebbe far compagnia a Liverani e Bresciano. Solito trio d’attacco Simplicio-Miccoli-Cavani, ma Budan scalpita e, date le parole spese da Zamparini in settimana sul suo utilizzo, potrebbero esserci sorprese.
Probabile Formazione - Amelia; Cassani, Kjaer, Carrozzieri, Capuano; Nocerino, Liverani, Bresciano; Simplicio; Miccoli, Cavani.
Panchina - Fontana, Dellafiore, Migliaccio, Guana, Ciaramitaro, Lanzafame, Budan.
Indisponibili - Raggi, Bovo, Balzaretti.
Nessuna assenza di rilievo per il Bologna. A parte Lavecchia, ci sono tutti e Mihajlovic può dunque schierare la sua miglior formazione: in porta va Antonioli, con Lanna e Zenoni terzini, mentre al centro saranno il greco Moras e Terzi, recuperato dall’influenza accusata in settimana, a guidare la difesa. In mezzo al campo due mediani, uno dedito alla corsa come Mudingayi e l’altro dai piedi buoni come Volpi, sosterranno il trio di trequartisti che vede il fresco acquisto di settimana Cèsar a sinistra, Marchini a destra e Bombardini al centro, finalmente in posizione avanzata dopo che ad inizio stagione era stato visto persino improvvisare il ruolo di terzino. Davanti infine una punta unica atipica come Di Vaio che può creare difficoltà facendo movimento e dando alla difesa pochi punti di riferimento.
Probabile Formazione - Antonioli; Zenoni, Moras, Terzi, Lanna; Mudingayi, Volpi; Marchini, Bombardini, Cèsar; Di Vaio.
Panchina - Colombo, Castellini, Coelho, Valiani, Adailton, Marazzina, Bernacci.
Indisponibili - Lavecchia.
Questa settimana più che mai la formazione del Palermo è stata difficile da interpretare in ogni ruolo, non solo per le assenze di Raggi, Bovo e Balzaretti ma anche per l’esigenza avvertita da più ambienti di dover cambiare qualcosa. In porta il primo dubbio: rientra Amelia, ma Fontana è pronto a lasciargli il posto? Sembrerebbe di sì. In difesa, Kjaer, reduce dalla trasferta in Danimarca di metà settimana, sostituirà Bovo al fianco di Carrozzieri, mentre sulla sinistra dovrebbe riapparire, dopo una lunga sparizione, Ciro Capuano: in settimana si era fatta largo l’ipotesi di spostare Cassani a sinistra, ma certamente Ballardini avrà capito che inserire due giocatori fuori ruolo (Ciaramitaro a destra e Cassani a sinistra) non sono l’ideale per la costruzione di una difesa organizzata. A centrocampo, dopo lo sconto nella pena del giudice sportivo, torna Nocerino che dovrebbe far compagnia a Liverani e Bresciano. Solito trio d’attacco Simplicio-Miccoli-Cavani, ma Budan scalpita e, date le parole spese da Zamparini in settimana sul suo utilizzo, potrebbero esserci sorprese.
Probabile Formazione - Amelia; Cassani, Kjaer, Carrozzieri, Capuano; Nocerino, Liverani, Bresciano; Simplicio; Miccoli, Cavani.
Panchina - Fontana, Dellafiore, Migliaccio, Guana, Ciaramitaro, Lanzafame, Budan.
Indisponibili - Raggi, Bovo, Balzaretti.
venerdì 21 novembre 2008
Zamparini:"Già fatto qualcosa per gennaio...ma non è Nilmar"
"Il mercato di gennaio? Tutto dipende da cosa mi dira’ l’allenatore e da come staranno le nostre punte”. Lo ha detto il presidente del Palermo Maurizio Zamparini, intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss. “Se ci accorgiamo che manca qualcosa – ha aggiunto il patron rosanero - vedremo cosa fare. Ma sul mercato internazionale è stato già fatto qualcosa, e questo qualcosa sarà a Palermo proprio a gennaio. Nilmar? No, non è lui. Lo conoscono già tutti”.
Chi sarà il mister X? Che si scateni il toto-attaccante...Chi poterebbe essere secondo voi??
Nilmar: I numeri e le prospettive
Nilmar - nome completo Nilmar Honorato da Silva – è nato a Bandeirantes il 14 luglio del 1984. Cresciuto calcisticamente nell'Internacional, dove venne acquistato per la cifra irrisoria di 400 sterline dal Paco de Ferreira (squadra di terza divisione brasiliana) nel quale si mette in mostra per la sua eccezionale prolificità in zona gol, infatti segna ben 23 gol in 34 partite, giocando da seconda punta. Passa in seguito in Francia al Lione per 5 milioni di sterline. Nonostante segni due gol (gli unici) al debutto subentrando a partita in corso, Nilmar non trova molto spazio nel Lione e l'estate successiva torna in Brasile, precisamente nel Corinthians, per una cifra di 10 milioni di euro. Il 17 agosto 2007 il Tribunale del Lavoro annulla il contratto tra Nilmar e il Corinthians per il mancato pagamento della somma al Lione. Il mese successivo, precisamente il 13 settembre, Nilmar torna all'Internacional con cui firma un contratto quadriennale. Nelle battute finali del calciomercato 2008 si rende protagonista di una curiosa situazione: il Palermo fa un'offerta di 15 milioni di euro per il suo cartellino, ma il Corinthians rifiuta l'offerta. Alle 16.30 dell'ultimo giorno di mercato l'accordo era già fatto, 13.8 milioni di euro all'Internacional di Porto Alegre e contratto fino al 2012 per Nilmar che avrebbe guadagnato in un anno quello che in Brasile ha guadagnato fin qui nelle ultime tre stagioni. Poi è saltato tutto: i dirigenti del Colorado se la sono presa comoda e hanno rimandato la decisione al pomeriggio, poi al tardo pomeriggio. Poi quando sarebbe stato il momento di firmare e far partire il famigerato fax, ci hanno ripensato. A seguito di questo rifiuto lo stesso club ha dovuto pagare una penale al giocatore pari al 30% dell'offerta del Palermo, penale contemplata nel contratto. Due giorni dopo il suo mancato approdo in rosanero l'attaccante carioca commentava così l'esito negativo della trattativa: "Rimango anche se sono un po' arrabbiato. D'altronde ho un contratto fino al 2011 ed è giusto, devo rispettarlo. L'Internacional è un grande club e Porto Alegre mi ha restituito la serenità e il quieto vivere dopo tante vicende non facili. Ma quella del Palermo era un'offerta cui non avrei mai rinunciato". Nilmar ha esordito nella nazionale brasiliana il 13 luglio 2003 nella partita di Gold Cup contro il Messico. Ha segnato il suo primo - e finora unico - gol il 18 agosto 2004 contro l'Haiti.
I suoi numeri:
Nilmar dal 2002 ad oggi ha vestito le maglie di Internacional (due le parentesi con il club di Porto Alegre), Lione e Corinthians collezionando in tutto 180 presenze da professionista. Il suo bottino complessivo è di 73 reti. Considerando anche le gare giocate con la maglia della nazionale brasiliana, le presenze salgono a quota 188, per un totale di 74 reti complessive.
I suoi numeri:
Nilmar dal 2002 ad oggi ha vestito le maglie di Internacional (due le parentesi con il club di Porto Alegre), Lione e Corinthians collezionando in tutto 180 presenze da professionista. Il suo bottino complessivo è di 73 reti. Considerando anche le gare giocate con la maglia della nazionale brasiliana, le presenze salgono a quota 188, per un totale di 74 reti complessive.
Dopo le ottime prestazioni fornite nelle ultime settimane, sembra che l'Internacional, sia ancor meno incentivato a cedere la forte punta. Il Palermo a gennaio dovrebbe aumentare la propria offerta sino a 15-16 milioni di euro, raddoppiando la cifra spesa per l'acquisto record della storia rosanero, Amauri, pagato 8,5 milioni + Godeas, nell'estate del 2006. Sarebbe un grandissimo sacrificio economico da parte della società, in un ruolo in cui attualmente i rosanero stentano non poco.
giovedì 20 novembre 2008
Lippi da record: Grecia - Italia 1-1
L'Italia pareggia 1-1 l'amichevole di Atene contro la Grecia. Il gol di Toni, che risponde a quello di Gekas, regala a Marcello Lippi il record di 31 risultati utili consecutivi. Meglio di Pozzo. Meglio di ogni altro c.t. azzurro. Per il resto l'Italia giochicchia nel primo tempo, con il motore acceso al minimo, poi ingrana un paio di marce nella ripresa, positiva. In cui prova il 4-4-2, magari per venire incontro alla caratteristiche tattiche di Rossi, l'osservato speciale, che gioca una partita onesta, ma non sfolgorante, sfiorando il gol del vantaggio nel primo tempo, giocato su ritmi da crociera. Rinviato il debutto di D'Agostino, che non entra in campo nonostante i sei cambi effettuati da Lippi.
AVVIO SOPORIFERO - Il primo tempo è così-così. Il ritmo è basso, nel week-end c'è il campionato, difficile chiedere il furore agonistico ai protagonisti. Quello che sembra interpretare la gara con più generosità è Gattuso, uno per il quale non esistono amichevoli. La gara è equilibrata, ma poco avvincente. L'Italia parte bene. Con un destro al volo di Gattuso, Tzorvas si distende in tuffo e mette in angolo. Il corner propizia l'occasione più ghiotta per gli azzurri: sinistro di Rossi sottomisura, pronto, ma centrale: Tzorvas è al posto giusto, proprio davanti a lui, e para. La replica dei padroni di casa è riassunta dal colpo di testa largo di Katsouranis sul cross dalla sinistra di Spiropoulos. Nel finale di tempo la Grecia prova ad aumentare il ritmo: reclama per un mani in area di Gattuso. Sembra involontario. Poi Mantzios segna, ma in fuorigioco. All'intervallo è 0-0.
NUOVA GARA - L'Italia inizia la ripresa molto diversa: come uomini e atteggiamento, mentale e tattico. Più aggressiva, vogliosa. Adesso gioca con il 4-4-2, con Toni e Rossi in avanti, e Camoranesi e Pepe esterni. Bocciato Montolivo, che rimane negli spogliatoio dopo una prova sottotraccia. Toni è subito pericoloso: il suo sinistro è parato di piede da Tzorvas. Quindi arriva la botta violenta di Camoranesi, il portiere greco para in due tempi, mettendo in angolo.
2 GOL IN 4 MINUTI - L'Italia ora fa gioco. La Grecia però segna. Gol di Gekas, che segna con un destro incrociato sfruttando una verticalizzazione centrale. L'Italia replica subito. Con un bel colpo di testa di Toni, cercato su punizione da De Rossi. 16° gol in azzurro dell'attaccante del Bayern Monaco, che chiude un'astinenza in azzurro di 724'. Lippi festeggia in panchina. Al record solitario ci tiene. Giustamente. Camoranesi sfiora ancora il gol sul suggerimento di Toni, prima di uscire, Tzorvas alza sopra la traversa. La gara resta viva, nonostante i tanti cambi. La Grecia finisce forte, per la gioia dei tifosi dello stadio Karaiskakis di Atene. Ma il punteggio non cambia. Finisce 1-1.
AVVIO SOPORIFERO - Il primo tempo è così-così. Il ritmo è basso, nel week-end c'è il campionato, difficile chiedere il furore agonistico ai protagonisti. Quello che sembra interpretare la gara con più generosità è Gattuso, uno per il quale non esistono amichevoli. La gara è equilibrata, ma poco avvincente. L'Italia parte bene. Con un destro al volo di Gattuso, Tzorvas si distende in tuffo e mette in angolo. Il corner propizia l'occasione più ghiotta per gli azzurri: sinistro di Rossi sottomisura, pronto, ma centrale: Tzorvas è al posto giusto, proprio davanti a lui, e para. La replica dei padroni di casa è riassunta dal colpo di testa largo di Katsouranis sul cross dalla sinistra di Spiropoulos. Nel finale di tempo la Grecia prova ad aumentare il ritmo: reclama per un mani in area di Gattuso. Sembra involontario. Poi Mantzios segna, ma in fuorigioco. All'intervallo è 0-0.
NUOVA GARA - L'Italia inizia la ripresa molto diversa: come uomini e atteggiamento, mentale e tattico. Più aggressiva, vogliosa. Adesso gioca con il 4-4-2, con Toni e Rossi in avanti, e Camoranesi e Pepe esterni. Bocciato Montolivo, che rimane negli spogliatoio dopo una prova sottotraccia. Toni è subito pericoloso: il suo sinistro è parato di piede da Tzorvas. Quindi arriva la botta violenta di Camoranesi, il portiere greco para in due tempi, mettendo in angolo.
2 GOL IN 4 MINUTI - L'Italia ora fa gioco. La Grecia però segna. Gol di Gekas, che segna con un destro incrociato sfruttando una verticalizzazione centrale. L'Italia replica subito. Con un bel colpo di testa di Toni, cercato su punizione da De Rossi. 16° gol in azzurro dell'attaccante del Bayern Monaco, che chiude un'astinenza in azzurro di 724'. Lippi festeggia in panchina. Al record solitario ci tiene. Giustamente. Camoranesi sfiora ancora il gol sul suggerimento di Toni, prima di uscire, Tzorvas alza sopra la traversa. La gara resta viva, nonostante i tanti cambi. La Grecia finisce forte, per la gioia dei tifosi dello stadio Karaiskakis di Atene. Ma il punteggio non cambia. Finisce 1-1.
Torna el "Pibe de Oro": Scozia - Argentina 0-1
La nuova avventura di Diego Armando Maradona inizia con il piede giusto. Che stavolta non è il suo magico mancino, ma il destro di Maxi Rodriguez. Il battesimo scozzese è un successo di misura che significa el “mejor comienzo”, il miglior inizio.
UN ESORDIO VOLUTO DAL DESTINO - Trent’anni fa, come oggi. Stesso scenario, l’Hampden Park di Glasgow. Stessa storia, Scozia-Argentina, che da amichevole insignificante si trasforma in evento calcistico epocale. Per merito dello stesso protagonista. Allora, nel 1979, nell’Argentina che chiudeva una tournée europea contro la Scozia, un Pibe appena ventenne realizzava il suo primo gol con la maglia della Selección, aprendo un ciclo indimenticabile. Oggi, prova ad aprirne un altro.
L'ENNESIMO ESORDIO - Si comincia senza colpi di testa. O forse sì, visto il 4-4-2 quadratissimo, come non si vedeva da tempo in casa Argentina. Senza trequartista, complice l’assenza di Messi e Riquelme (che comunque ha giù avuto la sicurezza di essere il “dieci”), il ciclo si apre con Carrizo tra i pali e una difesa in linea con la sola novità di Emiliano Papa sulla corsia mancina. Davanti a lui, un altro nome nuovo: Jonas “Spiderman” Gutierrez, esterno del Newcastle. In mezzo, con il mastino Mascherano c’è Gago. E davanti? Maradona, vista l’assenza forzata del Kun Aguero, punta sulla velocità del tandem Lavezzi-Tevez.
AVVIO DA PIBE - Ma la prima gioia a un Maradona compostissimo la regala Maxi Rodriguez. Passano otto minuti e il centrocampista dell’Atletico Madrid chiude nel migliore dei modi il triangolo stretto impostato da Tevez e Gutierrez, su cui McGregor nulla può. Nei primi minuti giocano solo gli ospiti. Il portiere scozzese devia in tuffo un tentativo del neo-capitano Mascherano dal limite e risponde con prontezza al sinistro di Lavezzi, sull’assist di Tevez. La Scozia impiega venti minuti buoni per capirci qualcosa, ma alla lunga viene fuori bene. McFadden prova a pareggiare con un sinistro ravvicinato, ma Demichelis devia in angolo. Poi l’attaccante per poco non sfrutta un’incomprensione tra il difensore e Carrizo.
SQUADRA QUADRATA - La ripresa si apre con i ritmi vivaci dei primi minuti del match. Lavezzi prova a fare il Maradona in un paio di occasioni, ma il suo sinistro non è preciso e la magia di tacco per Tevez viene intercettata. La palla migliore ce l’ha invece ancora una volta McFadden, su cui Carrizo è costretto agli straordinari. Al 70’ c’è il primo cambio dell’era Maradona. Fuori Gutierrez, dentro Lucho Gonzalez. Heinze ci prova su punizione, senza fortuna. Poi c’è la staffetta napoletana tra Lavezzi e Denis. Ma le emozioni scarseggiano. L’Argentina cerca di controllare, e rischia su qualche accelerazione scozzese. Maradona si alza in piedi solo negli ultimi minuti e si sbraccia quasi a voler esorcizzare la possibile doccia fredda. Che non arriva. Al triplice fischio si apre un sorriso nel volto scuro di Maradona, che lascia lo stadio tra gli abbracci e vola dalla figlia Gianinna, ricoverata a Madrid, dove ad assisterla c’è già Sergio Aguero.
UN ESORDIO VOLUTO DAL DESTINO - Trent’anni fa, come oggi. Stesso scenario, l’Hampden Park di Glasgow. Stessa storia, Scozia-Argentina, che da amichevole insignificante si trasforma in evento calcistico epocale. Per merito dello stesso protagonista. Allora, nel 1979, nell’Argentina che chiudeva una tournée europea contro la Scozia, un Pibe appena ventenne realizzava il suo primo gol con la maglia della Selección, aprendo un ciclo indimenticabile. Oggi, prova ad aprirne un altro.
L'ENNESIMO ESORDIO - Si comincia senza colpi di testa. O forse sì, visto il 4-4-2 quadratissimo, come non si vedeva da tempo in casa Argentina. Senza trequartista, complice l’assenza di Messi e Riquelme (che comunque ha giù avuto la sicurezza di essere il “dieci”), il ciclo si apre con Carrizo tra i pali e una difesa in linea con la sola novità di Emiliano Papa sulla corsia mancina. Davanti a lui, un altro nome nuovo: Jonas “Spiderman” Gutierrez, esterno del Newcastle. In mezzo, con il mastino Mascherano c’è Gago. E davanti? Maradona, vista l’assenza forzata del Kun Aguero, punta sulla velocità del tandem Lavezzi-Tevez.
AVVIO DA PIBE - Ma la prima gioia a un Maradona compostissimo la regala Maxi Rodriguez. Passano otto minuti e il centrocampista dell’Atletico Madrid chiude nel migliore dei modi il triangolo stretto impostato da Tevez e Gutierrez, su cui McGregor nulla può. Nei primi minuti giocano solo gli ospiti. Il portiere scozzese devia in tuffo un tentativo del neo-capitano Mascherano dal limite e risponde con prontezza al sinistro di Lavezzi, sull’assist di Tevez. La Scozia impiega venti minuti buoni per capirci qualcosa, ma alla lunga viene fuori bene. McFadden prova a pareggiare con un sinistro ravvicinato, ma Demichelis devia in angolo. Poi l’attaccante per poco non sfrutta un’incomprensione tra il difensore e Carrizo.
SQUADRA QUADRATA - La ripresa si apre con i ritmi vivaci dei primi minuti del match. Lavezzi prova a fare il Maradona in un paio di occasioni, ma il suo sinistro non è preciso e la magia di tacco per Tevez viene intercettata. La palla migliore ce l’ha invece ancora una volta McFadden, su cui Carrizo è costretto agli straordinari. Al 70’ c’è il primo cambio dell’era Maradona. Fuori Gutierrez, dentro Lucho Gonzalez. Heinze ci prova su punizione, senza fortuna. Poi c’è la staffetta napoletana tra Lavezzi e Denis. Ma le emozioni scarseggiano. L’Argentina cerca di controllare, e rischia su qualche accelerazione scozzese. Maradona si alza in piedi solo negli ultimi minuti e si sbraccia quasi a voler esorcizzare la possibile doccia fredda. Che non arriva. Al triplice fischio si apre un sorriso nel volto scuro di Maradona, che lascia lo stadio tra gli abbracci e vola dalla figlia Gianinna, ricoverata a Madrid, dove ad assisterla c’è già Sergio Aguero.
Un mercoledì "internazionale": Tra grandi classiche e scontri esotici
Mercoledì dedicato alle nazionali con 12 gare di qualificazione al prossimo Mondiale e tante amichevoli. Impresa dell'Inghilterra di Fabio Capello, che batte la Germania all'Olympiastadion nonostante le assenze di Rooney, Gerrard, Lampard, Ferdinand e tanti altri. Di Terry il gol del successo a 6 minuti dalla fine. Prima c'erano state le reti di Upson e Helmes.
5 ARRESTI - E' iniziata male invece la serata di Germania-Inghilterra una delle sfide più attese. Cinque tifosi inglesi sono stati arrestati dalla polizia tedesca, che ha interrogato anche 17 sostenitori della squadra di casa per i disordini verificatisi nei pressi dell'Olympiastadion. Dei circa duemila tifosi inglesi arrivati a Berlino la polizia aveva messo sotto sorveglianza circa 140 considerati "fan a rischio".
IRLANDA-POLONIA 2-3 Cade in casa Giovanni Trapattoni con la sua Irlanda. Lewandowski, doppietta, il mattatore della serata. A segno anche Roger Guerreiro, Hunt (su rigore) ed Andrews
FRANCIA-URUGUAY 0-0 Niente fischi alla Marsigliese. Erano tutti per Raymond Domenech. Giusti, perché la sua Francia delude. Solo un pareggio contro l’Uruguay. Senza gol, senza grandi emozioni. Non è bastato un Ribery ispirato, né l’esordio di Savidan, scatenato ma a secco. Buona la prova di Mexes, impeccabile in difesa. Solo 45’ per Vieira che si è fatto vedere in area alla fine del primo tempo, con un bello stop e un tiro finito alto. Per l’Uruguay, buona prova per Gargano del Napoli. Trasparente Cavani del Palermo. (al.gran)
SPAGNA-CILE 3-0 Vittoria facile per i campioni d'Europa che battono il Cile grazie alle reti di Villa (su rigore), Torres (sinistra a rientrare dopo un dribbling secco in area) e Cazorla.
SLOVACCHIA-LIECHTESTEIN 4-0 Tantissimi i giocatori della serie A in campo nelle varie amichevoli. A partire da Marek Hamsik, a segno due volte nel 4-0 della Slovacchia al Liechtenstein (di Vittek e Jez le altre due reti).
SERBIA-BULGARIA 6-1 In quella che potrebbe essere l'ultima gara con la maglia della nazionale di Savo Milosevic, la Serbia ha largamente battuto a Belgrado la Bulgaria (6-1). L'ex attaccante del Parma ha segnato due reti ma ha sbagliato anche due calci di rigore.
SAN MARINO-REPUBBLICA CECA 3-0 Nell'unica partita di qualificazione mondiale europea, la Repubblica Ceca ha vinto a San Marino (3-0) dopo aver faticato nel primo tempo. Di Radoslav Kovac, Pospech e Necid le reti. Grazie a questo successo i cechi agganciano al secondo posto Polonia e Slovenia.
LE ALTRE PARTITE
OLANDA-SVEZIA 3-1Van Persie 2 (O), Kuyt (O), Kallstrom (S)
AUSTRIA-TURCHIA 2-4
UCRAINA-NORVEGIA 1-0
ROMANIA-GEORGIA 2-1Martsavaladze (G), Marica (R), Goian (R)
DANIMARCA-GALLES 0-1Bellamy
SVIZZERA-FINLANDIA 1-0Ziegler
SLOVENIA-BOSNIA 3-4Ibisevic 2 (B), Koren (S), Dzeko (B), Novakovic 2 (S), Misimovic (B)
LUSSEMBURGO-BELGIO 1-1Miralles (B), Mutsch (L)
MALTA-ISLANDA 0-1
AZERBAIGIAN-ALBANIA 1-1
LITUANIA-MOLDAVIA 1-1
MONTENEGRO-MACEDONIA 2-1 Dzudovic (M) e Jovetic (M) su rigore, Popov (M)
CIPRO-BIELORUSSIA 2-1
EGITTO-BENIN 5-1
OMAN-PARAGUAY 0-1
ISRAELE-COSTA D'AVORIO 2-2
GHANA-TUNISIA 0-0
SUD AFRICA-CAMERUN 3-2
5 ARRESTI - E' iniziata male invece la serata di Germania-Inghilterra una delle sfide più attese. Cinque tifosi inglesi sono stati arrestati dalla polizia tedesca, che ha interrogato anche 17 sostenitori della squadra di casa per i disordini verificatisi nei pressi dell'Olympiastadion. Dei circa duemila tifosi inglesi arrivati a Berlino la polizia aveva messo sotto sorveglianza circa 140 considerati "fan a rischio".
IRLANDA-POLONIA 2-3 Cade in casa Giovanni Trapattoni con la sua Irlanda. Lewandowski, doppietta, il mattatore della serata. A segno anche Roger Guerreiro, Hunt (su rigore) ed Andrews
FRANCIA-URUGUAY 0-0 Niente fischi alla Marsigliese. Erano tutti per Raymond Domenech. Giusti, perché la sua Francia delude. Solo un pareggio contro l’Uruguay. Senza gol, senza grandi emozioni. Non è bastato un Ribery ispirato, né l’esordio di Savidan, scatenato ma a secco. Buona la prova di Mexes, impeccabile in difesa. Solo 45’ per Vieira che si è fatto vedere in area alla fine del primo tempo, con un bello stop e un tiro finito alto. Per l’Uruguay, buona prova per Gargano del Napoli. Trasparente Cavani del Palermo. (al.gran)
SPAGNA-CILE 3-0 Vittoria facile per i campioni d'Europa che battono il Cile grazie alle reti di Villa (su rigore), Torres (sinistra a rientrare dopo un dribbling secco in area) e Cazorla.
SLOVACCHIA-LIECHTESTEIN 4-0 Tantissimi i giocatori della serie A in campo nelle varie amichevoli. A partire da Marek Hamsik, a segno due volte nel 4-0 della Slovacchia al Liechtenstein (di Vittek e Jez le altre due reti).
SERBIA-BULGARIA 6-1 In quella che potrebbe essere l'ultima gara con la maglia della nazionale di Savo Milosevic, la Serbia ha largamente battuto a Belgrado la Bulgaria (6-1). L'ex attaccante del Parma ha segnato due reti ma ha sbagliato anche due calci di rigore.
SAN MARINO-REPUBBLICA CECA 3-0 Nell'unica partita di qualificazione mondiale europea, la Repubblica Ceca ha vinto a San Marino (3-0) dopo aver faticato nel primo tempo. Di Radoslav Kovac, Pospech e Necid le reti. Grazie a questo successo i cechi agganciano al secondo posto Polonia e Slovenia.
LE ALTRE PARTITE
OLANDA-SVEZIA 3-1Van Persie 2 (O), Kuyt (O), Kallstrom (S)
AUSTRIA-TURCHIA 2-4
UCRAINA-NORVEGIA 1-0
ROMANIA-GEORGIA 2-1Martsavaladze (G), Marica (R), Goian (R)
DANIMARCA-GALLES 0-1Bellamy
SVIZZERA-FINLANDIA 1-0Ziegler
SLOVENIA-BOSNIA 3-4Ibisevic 2 (B), Koren (S), Dzeko (B), Novakovic 2 (S), Misimovic (B)
LUSSEMBURGO-BELGIO 1-1Miralles (B), Mutsch (L)
MALTA-ISLANDA 0-1
AZERBAIGIAN-ALBANIA 1-1
LITUANIA-MOLDAVIA 1-1
MONTENEGRO-MACEDONIA 2-1 Dzudovic (M) e Jovetic (M) su rigore, Popov (M)
CIPRO-BIELORUSSIA 2-1
EGITTO-BENIN 5-1
OMAN-PARAGUAY 0-1
ISRAELE-COSTA D'AVORIO 2-2
GHANA-TUNISIA 0-0
SUD AFRICA-CAMERUN 3-2
mercoledì 19 novembre 2008
Messi:"Cristiano Ronaldo merita il pallone d'oro"
"Ronaldinho è il miglior giocatore del mondo. E quando si gioca con il migliore, tutto diventa più facile". Leo Messi, stella indiscussa del Barcellona, incorona Ronaldinho e non nasconde un pizzico di nostalgia per il brasiliano, passato al Milan con i migliori risultati.
ADDII DIFFICILI - Quando un fuoriclasse se ne va, dice Messi al quotidiano francese L'Equipe, bisogna impegnarsi ancora di più colmare un simile vuoto. Il Barcellona, allenato da Josep Guardiola, ci sta riuscendo: è primo nel campionato spagnolo e ha già ottenuto la qualificazione agli ottavi di Champions.
VINCITORE ANNUNCIATO - Merito soprattutto di Messi, protagonista di un'annata strepitosa. "Non credo che il mio modo di giocare sia cambiato - confessa l'argentino -. Provo a fare le stesse cose di prima e cerco di inventare qualcosa quando serve". Messi è anche in lizza per aggiudicarsi il Pallone d'oro 2008. L'argentino, però, assegnerebbe il riconoscimento al portoghese Cristiano Ronaldo. "Voterei per lui, che ha vinto i due titoli più importanti della stagione: Premier League e Champions League - dice Lionale - se lo merita".
Trapattoni: "Given come Buffon"
"Irlanda prima del girone, davanti all’Italia? Perché no?". Se ricordate il Giovanni Trapattoni dei primi mesi della sua esperienza irlandese, prudente e fiducioso di arrivare a Sudafrica 2010 passando dalla porta di servizio del secondo posto, i tempi sono cambiati. Alla vigilia dell’amichevole di stasera dell’Eire contro la Polonia, Trapattoni sfida apertamente la nazionale di Lippi, quando mancano più di quattro mesi allo scontro diretto.
C'ERA UNA VOLTA L'ABISSO – "L’Italia ha molte difficoltà in questo momento - asserisce il Trap -: ha diversi infortunati e molte pedine non sono al meglio, mentre normalmente possono scegliere da una rosa di 35-40 giocatori". E aggiunge: "Oggi nel calcio c’è molta meno differenza tra grandi e piccole. Loro sono i campioni del mondo, ho visto le partite contro Cipro e Bulgaria e posso dire che l’Italia è sempre la stessa, ossia una squadra tosta quando ha giocatori in forma. Ma se un paio di loro danno forfeit, diventa molto difficile per gli azzurri".
ESAGERAZIONE? – "Anche noi giocatori crediamo nella qualificazione diretta, grazie a Trapattoni siamo molto più fiduciosi" ha sottolineato il portiere (e stasera capitano per l’assenza di Robbie Keane) Shay Given. Che è stato consigliato dal Don Giovanni irlandese a diversi operatori di mercato italiani, un po’ come il difensore Alex Bruce. "Per personalità e qualità Given è bravo quanto Gianluigi Buffon" Trap dixit.
lunedì 17 novembre 2008
I capricci delle star: la Posh Spice prepara lo sbarco in Italia
Quando si dice una solida unione basata sulla fiducia: Victoria Adams si fida talmente poco del marito, David Beckham, da arrivare ad esigere un elicottero privato disponibile 24 ore su 24, (con frigobar all'interno), per raggiungerlo agli allenamenti, e il permesso di poter entrare a Milanello in qualsiasi orario, per salutare il maritino durante il lavoro. Inoltre la moderata ex Spice ha richiesto una serie di servizi aggiuntivi per favorire il suo trasloco nel Bel Paese. Tra gli omaggi pretesi dalla Posh Spice: una piscina di cento mq con zona termale e idromassaggio, un fitness center con beauty saloon, uno staff di coiffeur con hair stylist personale disponibili sette giorni su sette, una pista di pattinaggio sul ghiaccio per i suoi figli, un campione mondiale (a scelta tra Jeffrey Buttle, Evgeni Plushenko, Sasha Cohen e Carolina Kostner) che dia lezioni private ai pargoli, una carta di credito illimitata per poter far spese nel quadrilatero della moda, una ventina di guardie del corpo che la accompagnino durante lo shopping e che le evitino code e imprevisti, e… uno chef esperto di macrobiotica affiancato da uno staff di cuochi giapponesi allievi di Jiro Ono, lo chef più anziano del mondo. A quanto pare Vic non solo non si fida del marito, ma anche sulla cucina italiana ha delle perplessità... Eh si...Quando si lavora troppo, poi c'è lo stress...
Palermo - Inter: le pagelle del popolo
Fontana 5,5: L'estremo difensore rosanero gioca una partita delle sue, ed in occasione del primo gol, il capolavoro di Ibrahimovic, appare assolutamente incolpevole. Esita invece sulla punizione che regala il 2 a 0 ai nerazzurri, anche se il tiro era violentissimo e da posizione ravvicinata.
Cassani 4,5: Il terzino rosanero come si dice in gergo sbaglia la partita. Non appare il solito facendo notare una certa timidezza in fase di impostazione e più di una sbavatura sul piano difensivo. Giocare contro l'inter non è mai facile, ma da lui ci si aspetta ben altro.
Ciaramitaro s.v: Prende il posto di Cassani senza incidere sulla gara.
Bovo 5: Il centrale rosanero viene da un periodo difficile, a causa di un infortunio che ne ha rallentato i costanti miglioramenti. Viene spesso anticipato e non riesce a prendere le misure su Ibrahimovic, sopratutto in occasione di lanci in profondità e discese palla al piede dello svedese.
Carrozzieri 6,5: Il colosso del Palermo gioca bene anche contro un attacco del calibro di quello nerazzurro. E' deciso ed arcigno negli scontri aerei e puntuale nelle chiusure difensive. Con il passare delle giornate conquista sempre più la tifoseria palermitana a suon di ottime prestazioni.
Balzaretti 5: Il terzino sinistro del Palermo non riesce a ritrovare la forma e la freschezza della passata stagione. E' imido in fase propositiva e , nonostante qualche buon cross, non punta mai l'uomo prefendo ripartire da dietro. In occasione del primo gol di Ibrahimovic si preoccupa di una sovrapposizione non accorciando sullo svedese.
Migliaccio 7: Il mediano rosasanero è in crescita e dopo Torino, si conferma come migliore in campo. Lotta su ogni pallone con la solita grinta e riesce a vincere praticamente ogni scontro aereo nel quale si cimenta. Il suo punto forte non è la tecnica si sa, ma la grinta che mette in campo è da esempio per i compagni. Leone.
Liverani 5,5: Riesce a disimpegnarsi bene nel primo tempo ma cala col passare dei minuti. Soffre quando il ritmo di gioco cresce, specialmente se di fronte ha gente che va due-tre marce più forte. Il capitano rosanero riesce spesso a compensare la lentezza atletica con la sensibilità del suo sinistro, ma spesso soffre troppo la velocità degli avversari.
Lanzafame 5,5: Prende il posto di Liverani nel finale, e, nonostante l'impegno, non riesce ad incidere sulla gara. Potebbe accorciare le distanze nel finale ma angola troppo poco e dà troppa poca potenza ad una conclusione di destro dal limite.
Bresciano 4: Il centrocampista rosanero risulta totalmente assente. Dopo un deciso miglioramento in occasione dei primi match targati Ballardini, l'australiano è tornato sui livelli della scorsa stagione. E' uno dei motivi per i quali si dovrebbe decisamente tornare sul mercato.
Budan 5,5: Il centravanti croato strappa una quasi sufficienza grazie all'impegno che mette in campo, ma il ruolo di centravanti dovrebbe essere interpretato in altro modo. Viene da uno dei suoi innumerevoli infortuni ed a novembre, la società dovrebbe capire che un giocatore come lui, bravo ma tormentato dagli infortuni, non può rappresentare una certezza per questa squadra.
Simplicio 5,5: Migliora col passare dei minuti. Nel primo tempo prima riesce a velocizzare a tratti la manovra rosanero, poi cala vistosamente. Nella ripresa inizia col piede sul freno per reagire col passare dei minuti, visto lo scoramento generale. Il centrocampista brasiliano è ormai un libro aperto per il mondo rosanero: è potenzialmente un ottimo trequartista, ma la lampadina si accende fin troppo spesso ad intermittenza.
Miccoli 5,5: Il numero dieci del Palermo contro l'Inter riesce a vivacizzare la manovra dei suoi sopratutto nel corso del primo tempo. Nella ripresa cala insieme alla squadra non riuscendo a prendere per mano i compagni. Stiamo parlando di un campione, ma spesso "a giornate".
Cavani 5,5: L'attaccante uruguayano riesce sempre a strappare un'insufficienza non grave grazie all'impegno profuso. Nonostante ciò col passare dei mesi appare chiaro che la sua indole non è quella del bomber spietato da area di rigore. Corre ed aiuta i compagni sino all'ultimo secondo di gara, ma l'obiettivo principale di un'attaccante dovrebbe essere quello di mettere il pallone in rete.
domenica 16 novembre 2008
Quando i toni si accendono: Zenza vs Varriale
Ecco il video della lite tra l'allenatore del Catania Walter Zenga, ed il giornalista Rai, Enrico Varriale:
Palermo: i tifosi hanno aperto gli occhi?
Dopo la grande stagione 2006/2007, il valore del Palermo sembra essersi assestato e definito. Non appare riduttivo o non veritiero affermare che la squadra rosanero come valori, è la prima delle squadre della seconda metà della classifica. Una via di mezzo tra Reggina, Siena, Chievo e Genoa, Napoli, Lazio e Sampdoria. Il tifoso rosanero che ritiene deludente il campionato del Palermo dopo queste dodici giornate forse ha capito che questa è la realtà dei fatti. Il campionato di questa squadra sarebbe stato deludente se la rosa fosse stata quella del Napoli o della Lazio, ma visto l'organico questo è il reale valore della formazione di Ballardini. Il Napoli ha Lavezzi, il Genoa ha Milito, la Lazio ha Zarate, Pandev e Rocchi, la Sampdoria ha Cassano, la Fiorentina non viene presa nemmeno in considerazione per l'eccessiva differenza di valori, così come l'Udinese. Ognuno di questi giocatori riesce a fare la differenza con continuità, non sono giocatori eccessivamente predisposti all'infortunio e che brillano una gara ogni sette. Il rammarico del tifoso rosanero può invece nascere nel momento in cui si va ad analizzare il potenziale economico di queste società. Infatti forse, solo il Napoli economicamente è il più forte tra queste, per il resto il potenziale di Zamparini è uguale, o forse superiore, a quello di Preziosi, Pozzo, Garrone, Lotito. Ed allora perchè il Palermo non decolla? Perchè da tre anni staziona sempre sullo stesso livello, e forse sta addirittura calando? L'organico di questa squadra non è lo stesso delle altre che puntano all'Europa, sulla carta. Non per mancanza di qualità ma perchè, ed ormai sono cose risapute, diversi giocatori rosanero soffrono di un eccessivà discontinuità. Si pensi ad Hamsik, Milito, Zarate, sono delle certezze, giocatori che fanno lievitare il livello qualitativo di una squadra e che hanno un rendimento continuo nel tempo. Miccoli potenzialmente è sullo stesso piano, dal punto di vista della tecnica e della qualità, ma è troppo predisposto all'infortunio e spesso, vedi contro Lecce ed Inter, scompare dal gioco. La formazione rosanero non è riuscita a rimpiazzare Amauri, non si può sperare di non prender gol per portare a casa un punto dato che segnare è praticamente un'impresa. Cavani è un modello da seguire per impegno, da applausi a scena aperta, ma non è un attaccante da area di rigore freddo sotto porta. Budan è un giocatore simile a Chivu, Nesta, Totti, ovvero costantemente predisposto all'infortunio, quasi un azzardo, non un attaccante al quale affidare le sorti di un campionato. Il tifoso palermitano deve fare due tipi di ragionamento. Il primo: non si può disperare per la classifica del Palermo perchè visto il livello della squadra, questa è la posizione che nel migliore dei casi può essere raggiunta, il decimo-undicesimo posto. Secondo: deve invece disperarsi perchè la società rosanero ha il potenziale economico per lottare alla pari con le squadre che vengono subito dopo le grandi, purtroppo i fondi non vengono investiti in pieno ed in modo efficace su giocatori di sicuro affidamento e che facciano fare il salto di qualità. Il caso di Milito è il più palese, per un'estate invocato a gran voce dal popolorosanero. Nel Genoa dopo il centravanti argentino il giocatore che guadagna di più è Palladino, con circa 1,1 milioni di euro. Giustamente un elemento che riesce da solo a far vincere le partite alla propria squadra, percepisce il triplo di quanto non guadagni un semplice centrocampista o difensore. Preziosi dispone forse di un budget così superiore rispetto a Zamparini? No, ma lo utilizza. Milito guadagna 2,5 milioni all'anno, molti altri giocatori del Genoa non arrivano a 500.000. Lo spogliatoio rossoblu è forse spaccato? Il Genoa va malissimo? Non sembra esser così. Perchè a Palermo il limite è e rimarrà di 1 milione di euro? Perchè essere arrivati ad un certo livello e non si tenta di andare oltre? Perchè parlare di Europa se è chiarissimo e palese che questa squadra non può lottare con le sopracitate società, illudendo il tifoso? Perchè giustificare il congelamento del tetto ingaggi dicendo che si guasterebbero gli equilibri dello spogliatoio se in altre società ci sono grandi dislivelli tra il campione ed i gregari eppure i risultati arrivano (vedi le genovesi)? Allora dopo questo ragionamento il tifoso palermitano potrebbe disperarsi ancora di più, perchè il Palermo ha le potenzialità economiche per lottare con queste squadre, però questo non viene utilizzato, e con questo tipo di ragionamento i palermitani dovranno sempre accontentarsi, bene che vada, del decimo posto, continuando all'infinito a giustificare il tutto dicendo: "si, ma otto anni fa giocavamo col Giulianova".
sabato 15 novembre 2008
La preview di Palermo-Inter
Eccoci qui dunque a parlare di Palermo-Inter, la prima occasione (con tutto il rispetto per la Roma) nella quale il Barbera non è più un semplice stadio ma il teatro di un grande spettacolo. Previsto il tutto esaurito per stasera, atmosfera che raggiungerà pochi eguali soprattutto nel momento in cui la Curva Nord esibirà la sua coreografia, che si preannuncia spettacolare e ad effetto. Però Palermo-Inter non è solo quella che ci si augura essere una gran festa sugli spalti, ma anche grande spettacolo in campo. Di fronte un Palermo che in queste giornate troppo spesso è stato costretto a leccarsi le ferite e un’Inter che non riesce a stare lontana dalle polemiche, che sembrano quasi accolte con piacere dallo Special One Josè Mourinho, uno dei grandi protagonisti di stasera. Le sue dichiarazioni ai tempi in cui allenava il Chelsea non sono mai piaciute ai palermitani: il pubblico del Barbera sicuramente non dimentica mai le cose, vedremo come lo accoglierà. Sperando che questo soggiorno a Palermo non sia di suo gradimento, non per infausti motivi, ma perché non ha prodotto punti per la sua squadra, che ne ha bisogno per continuare la sua corsa in testa alla classifica. Ma parliamo di calcio in senso più stretto e diamo un’occhiata alle probabili formazioni:
Ballardini cambia poco o nulla nel suo classico 4-3-1-2: assenti tra i titolari Amelia e lo squalificato Nocerino e tra le riserve Raggi, il tecnico ravennate, obbligato naturalmente a scegliere la miglior formazione possibile e a dare poco spazio a possibili nuovi esperimenti tattici, farà solo alcuni ritocchi doverosi. Il primo in difesa: davanti a Fontana torna al completo la coppia centrale Bovo-Carrozzieri, che dovrebbe essere intoccabile a meno di clamorosi inserimenti di Kjaer all’ultimo minuto. Sulle fasce Cassani a destra e Balzaretti a sinistra. Il secondo cambio in mezzo: al posto di Nocerino dentro il rientrante Bresciano, che affiancherà l’uomo di fosforo Liverani e quello di sostanza Migliaccio. Simplicio come al solito agirà nella posizione di trequartista con licenza di verticalizzare il più possibile e pressare alto, per guadagnare preziosi palloni da consegnare alle punte Cavani e Miccoli, che ha superato le noie fisiche degli ultimi giorni ed è favorito su Igor Budan.
Ballardini cambia poco o nulla nel suo classico 4-3-1-2: assenti tra i titolari Amelia e lo squalificato Nocerino e tra le riserve Raggi, il tecnico ravennate, obbligato naturalmente a scegliere la miglior formazione possibile e a dare poco spazio a possibili nuovi esperimenti tattici, farà solo alcuni ritocchi doverosi. Il primo in difesa: davanti a Fontana torna al completo la coppia centrale Bovo-Carrozzieri, che dovrebbe essere intoccabile a meno di clamorosi inserimenti di Kjaer all’ultimo minuto. Sulle fasce Cassani a destra e Balzaretti a sinistra. Il secondo cambio in mezzo: al posto di Nocerino dentro il rientrante Bresciano, che affiancherà l’uomo di fosforo Liverani e quello di sostanza Migliaccio. Simplicio come al solito agirà nella posizione di trequartista con licenza di verticalizzare il più possibile e pressare alto, per guadagnare preziosi palloni da consegnare alle punte Cavani e Miccoli, che ha superato le noie fisiche degli ultimi giorni ed è favorito su Igor Budan.
Probabile Formazione - Fontana; Balzaretti, Bovo, Carrozzieri, Cassani; Migliaccio, Liverani, Bresciano; Simplicio; Miccoli, Cavani.
Panchina - Ujkani, Kjaer, Dellafiore, Guana, Ciaramitaro, Budan, Lanzafame.
Indisponibili - Amelia, Raggi, Nocerino.
Dubbio amletico per Mourinho: essere fedele al suo 4-3-3 o non esserlo?? Il toto-formazione all’apparenza sembrerebbe rispondere “non esserlo” dato che con l’inserimento di Cruz dal primo minuto è probabile che i nerazzurri giochino a 2 punte. Assenti Figo, Jimenez, Rivas e Chivu, non convocati “il Tony Manero di Rio” Adriano e il discutibile Quaresma (tante trivele poca sostanza), la formazione è scontata dalla cintola in giù: Julio Cesar in porta, centrali Cordoba e Samuel, sulle fasce Maxwell e l’imperioso Maicon. In mezzo centrocampo di sostanza e fisico più che di ragionatori, per sfruttare il maggior atletismo dei nerazzurri nel settore nevralgico: ecco dunque Cambiasso da mediano, ma soprattutto Viera e Muntari a far compagnia a capitan Zanetti. Davanti Zlatan Ibrahimovic e il giardiniere, inteso come Julio Ricardo Cruz. In panchina storie da “Sliding Doors”: si va da Burdisso, sogno del primo Palermo da A progettato da Foschi, a Mario Balotelli, nato a Palermo, quest’estate tornato in Sicilia per le vacanze, ha comunque vissuto troppo poco in terra sicula per portarla realmente nel cuore.
Probabile Formazione - Julio Cesar; Maxwell, Samuel, Cordoba, Maicon; Cambiasso; Viera, Muntari, Zanetti; Ibrahimovic, Cruz.
Panchina - Toldo, Materazzi, Burdisso, Stankovic, Obinna, Mancini, Balotelli.
Indisponibili - Jimenez, Figo, Rivas, Chivu.
venerdì 14 novembre 2008
Sabatini: "Domani lo stadio sarà rosanero"
Il direttore sportivo del Palermo, Walter Sabatini, appare fiducioso in vista della gara di domani che i rosanero giocheranno contro l'inter di Mourinho, sicuramente una delle sfide più sentite dal popolo palermitano. "Sarà una partita difficile ma battere l'Inter è un evento realizzabile. La nostra è una squadra di grande qualità che sa gioca un calcio di notevole spessore tecnico e sa palleggiare. Dobbiamo riscattare l'ultima gara di Torino e le parole del presidente Zamparini, intervento positivo il suo, ha risvegliato nei giocatori l'orgoglio e la voglia di fare bene". Domani il Barbera avrà una straordinaria cornice di pubblico. Spesso i veri tifosi rosanero aspettano con ansia questi incontri con le big del calcio nostrano, specialmente perchè dispiace non poco vedere dei siciliani, ed addirittura palermitani, che tra la squadra della propria terra o della propria città, ed una squadra di una città distante centinaia di chilometri, scelgono la seconda. Vincere in questi casi ha un sapore particolare, anche contro l'assurdità della scelta di andare addirittura nei casi più estremi, nella gabbia dei tifosi ospiti del "Barbera" . A proposito di ciò il ds rosanero conclude così: "Non avevo dubbi nella risposta del popolo palermitano. Domani saranno totalmente schierati dalla parte della squadra rosanero"
Aspettando l'Inter...
Sabato arriva l’Inter. Una grande partita contro una grande squadra. Qualcuno dirà per fortuna, perché è innegabile che dopo le prime entusiasmanti partite dell’era Ballardini ora il Palermo sia in un periodo sicuramente non positivo, e non esiste un impegno più adatto di quello contro una squadra come l’Inter per tentare il riscatto alla grande. A ciò si aggiunge un dato di fatto, quello che il Palermo riesce a fare meglio contro le grandi che contro le piccole. Le motivazioni sono diverse: oltre alla semplice questione psicologica secondo cui i rosanero sarebbero nettamente più motivati dallo scontro con una grande piuttosto che con una piccola, la questione tattica spiega meglio la situazione critica rosanero.
Ad oggi il Palermo non riesce ad imporre il gioco contro le piccole mentre gioca superbamente contro le grandi: l’impressione è che questa squadra punga contro le grandi poiché l’ormai proverbiale gioco d’attesa Ballardiniano ha sicuramente più effetti contro chi è abituato a fare le partite, a prepararle minuziosamente l’aspetto offensivo poiché costretto a far risultati e gioco in ogni partita a costo di curare meno in settimana l’aspetto difensivo. Contro le piccole, che d’altro canto studiano maggiormente gli aspetti difensivi per portar via anche un punticino, il gioco d’attesa si rivela fin troppo capace di concedere palle gol a squadre dotate di decente ma solitamente inoffensivo attacco (Reggina e Chievo non fanno testo) e non sortisce effetti a meno che il Palermo non si porti in vantaggio per primo e costringa le suddette piccole ad attaccare e scoprirsi. Altrimenti, si entra in un girone infernale dove si concede troppo e spesso le iniziative offensive contro difese coperte più di un bambino influenzato in inverno sono inefficaci e assolutamente prevedibili.
La prevedibilità della manovra rosanero è un altro aspetto che è venuto prepotentemente alla luce nelle ultime gare. I capisaldi della filosofia di Ballardini sono sembrati traballare nelle ultime gare per più motivi, principalmente dovuti proprio alla filosofia del mister. Il principale capo di accusa verso il tecnico ravennate è sicuramente lo scarso e mal gestito uso del turnover: se per gli esterni difensivi le colpe stanno in scelte discutibili in sede di mercato (Raggi spacciato per un terzino destro, troppa fiducia in Balzaretti non inserendo una credibile alternativa a sinistra), a centrocampo e in particolare in attacco forse ci si poteva sforzare di più, ad esempio provando Lanzafame dietro le punte al posto di Simplicio, provare Succi che non corre quanto Cavani ma comunque sa fare movimento o giocare con un attacco più statico inserendo un Budan utilizzato poco nelle ultime gare. Alla fine poche scelte alternative sono arrivate e la squadra comincia a sentire il peso delle troppe partite dal punto di vista fisico: ecco allora che il pressing non è più alto come prima, le verticalizzazioni rapide scarseggiano o arrivano troppo in ritardo, la spinta sulle fasce manca perché Cassani e Balzaretti non riposano mai e sembrano avvertire la fatica.
Ecco l’Inter dunque, arriva la possibilità di riscattarsi: ma è giusto non contare solo sulla grandiosità dell’avversario, ma provare nuove soluzioni tattiche. Il Palermo d’attesa andrà bene con le grandi, non con le piccole: è il momento di cambiare i pezzi del puzzle, di rendere imprevedibile una squadra che ormai troppo spesso si rassegna a cercare la luce nel grigiore offensivo affidandosi totalmente a Miccoli o a qualche giocata brillante di Simplicio, dichiarando per il resto agli avversari la propria sterilità. Ballardini è stato fantastico nell’interpretare la prima grande rivoluzione rosanero, ora per fare un ulteriore salto di qualità e non rischiare l’esonero (si sa com’è fatto Zamparini) deve completare un’opera che si è rivelata incompiuta: perché come disse Louis de Saint-Just “Coloro che fanno una rivoluzione a metà non hanno fatto altro che scavarsi una tomba.”.
Ad oggi il Palermo non riesce ad imporre il gioco contro le piccole mentre gioca superbamente contro le grandi: l’impressione è che questa squadra punga contro le grandi poiché l’ormai proverbiale gioco d’attesa Ballardiniano ha sicuramente più effetti contro chi è abituato a fare le partite, a prepararle minuziosamente l’aspetto offensivo poiché costretto a far risultati e gioco in ogni partita a costo di curare meno in settimana l’aspetto difensivo. Contro le piccole, che d’altro canto studiano maggiormente gli aspetti difensivi per portar via anche un punticino, il gioco d’attesa si rivela fin troppo capace di concedere palle gol a squadre dotate di decente ma solitamente inoffensivo attacco (Reggina e Chievo non fanno testo) e non sortisce effetti a meno che il Palermo non si porti in vantaggio per primo e costringa le suddette piccole ad attaccare e scoprirsi. Altrimenti, si entra in un girone infernale dove si concede troppo e spesso le iniziative offensive contro difese coperte più di un bambino influenzato in inverno sono inefficaci e assolutamente prevedibili.
La prevedibilità della manovra rosanero è un altro aspetto che è venuto prepotentemente alla luce nelle ultime gare. I capisaldi della filosofia di Ballardini sono sembrati traballare nelle ultime gare per più motivi, principalmente dovuti proprio alla filosofia del mister. Il principale capo di accusa verso il tecnico ravennate è sicuramente lo scarso e mal gestito uso del turnover: se per gli esterni difensivi le colpe stanno in scelte discutibili in sede di mercato (Raggi spacciato per un terzino destro, troppa fiducia in Balzaretti non inserendo una credibile alternativa a sinistra), a centrocampo e in particolare in attacco forse ci si poteva sforzare di più, ad esempio provando Lanzafame dietro le punte al posto di Simplicio, provare Succi che non corre quanto Cavani ma comunque sa fare movimento o giocare con un attacco più statico inserendo un Budan utilizzato poco nelle ultime gare. Alla fine poche scelte alternative sono arrivate e la squadra comincia a sentire il peso delle troppe partite dal punto di vista fisico: ecco allora che il pressing non è più alto come prima, le verticalizzazioni rapide scarseggiano o arrivano troppo in ritardo, la spinta sulle fasce manca perché Cassani e Balzaretti non riposano mai e sembrano avvertire la fatica.
Ecco l’Inter dunque, arriva la possibilità di riscattarsi: ma è giusto non contare solo sulla grandiosità dell’avversario, ma provare nuove soluzioni tattiche. Il Palermo d’attesa andrà bene con le grandi, non con le piccole: è il momento di cambiare i pezzi del puzzle, di rendere imprevedibile una squadra che ormai troppo spesso si rassegna a cercare la luce nel grigiore offensivo affidandosi totalmente a Miccoli o a qualche giocata brillante di Simplicio, dichiarando per il resto agli avversari la propria sterilità. Ballardini è stato fantastico nell’interpretare la prima grande rivoluzione rosanero, ora per fare un ulteriore salto di qualità e non rischiare l’esonero (si sa com’è fatto Zamparini) deve completare un’opera che si è rivelata incompiuta: perché come disse Louis de Saint-Just “Coloro che fanno una rivoluzione a metà non hanno fatto altro che scavarsi una tomba.”.
giovedì 13 novembre 2008
Sabatini: "Nilmar? Vedremo..."
Il ds del Palermo, Walter Sabatini, ai microfoni di radio Kiss Kiss, ha parlato dell'imminente gara di sabato tra i rosanero e l'Inter, tentando per quanto possibile di smorzare i toni e caricare i suoi allo stesso tempo. "Non credo che "arrabbiato" sia il termine giusto per definire il Palermo che l´Inter troverà sabato. In ogni caso tutti sono consapevoli che, quando le cose non vanno bene, il nostro presidente interviene in una certa maniera. Dobbiamo ritrovare la brillantezza di qualche settimana fa. Non pensiamo alla classifica ma guardiamo a noi stessi per migliorare giorno dopo giorno e, conoscendo il mister ed il nostro organico, sono convinto che riusciremo a farlo".
Il direttore sportivo rosanero ha poi commentato le voci sempre più insistenti che parlano di un arrivo in Sicilia dell'attaccante brasiliano dell'international, Nilmar. "Nilmar? Lo stiamo monitorando, così come accade per altri giocatori - ha ammesso - anche se è ancora presto per discutere concretamente di mercato. La cosa più importante nel prossimo futuro sarà monitorare lo stato di forma ed il recupero di Igor Budan. Miccoli? Per lui non c'è niente di grave, soltanto una contusione. Sabato ci sarà".
mercoledì 12 novembre 2008
Antonio Cassano svela tutto di se
Se non ci fosse stato quel gol all'Inter nel 1999 "sarei diventato un rapinatore o uno scippatore, comunque un delinquente". Lo ammette candidamente Antonio Cassano in "Dico Tutto", la sua prima autobiografia in uscita il prossimo 19 novembre, scritta a quattro mani con il giornalista Pierluigi Pardo. "Ero povero ma tengo a precisare che nella mia vita non ho mai lavorato - si legge in un altro passaggio del libro - anche perchè non so fare nulla".
TECNICI PIU' O MENO ODIATI- Cassano ha anche affrontato il tema dei burrascosi rapporti con i suoi tecnici: "Fascetti è l'unico allenatore con cui non ho mai scazzato. Gentile lo detestavo". A Spalletti ha detto: "Mica stai allenando quelle schiappe che avevi all'Udinese, questa è mica casa tua, è casa mia". Poi con Capello: "A Tarragona mi fa scaldare per tutto il secondo tempo con Ronaldo. Nello spogliatoio gli dico 'sei un uomo di m...., sei più falso dei soldi del Monopoli". E ancora su Del Neri: "Non si capiva un c.... di quello che diceva ed è un po' ambiguo". Di Batistuta ha detto "aveva la puzza sotto il naso". Mentre la rottura con Francesco Totti, poi ricomposta, sarebbe cominciata dopo che i due erano stati ospiti di Maria De Filippi e il capitano della Roma si sarebbe preso l'80% del compenso.
TERRA MIA - È innamorato di Bari Vecchia, Antò, di piazza Ferrarese soprattutto, la sua casa. "Giocavo tra le bancarelle, tutti mi volevano in squadra con loro e scommettevano 10, 15 o 20 mila lire sulla squadra dove giocavo io. Io mica ero trimone, mica ero scemo: volevo il grano io, dovevano darmi la percentuale". E lì, tra le bancarelle, non si scherzava mica: "Spesso c’erano spari, macchine della polizia, ambulanze". Il suo bilancio: "A oggi mi sono fatto 17 anni da disgraziato e 9 da miliardario. Me ne mancano ancora 8, prima di pareggiare". In compenso, il piccolo Antonio era un fenomeno a scuola: "Avevo due in tutte le materie. Un risultato straordinario, ottenuto grazie a un impegno costante (...) Sono stato bocciato sei volte, tra elementari e medie". Antonio cresce e si appassiona alle 4 ruote: "Il primo amore è stata una Golf che mi regalò Matarrese dopo Bari-Inter. Una promessa mantenuta dal presidente, strano (...) Gratis la macchina, per la patente invece ho dovuto spendere qualcosa, non molto, diciamo che mi hanno fatto un buon prezzo (...) Quando avevo 17 anni nel giro di pochi mesi mi hanno sequestrato due moto 125 cc. e tre macchine".
CIBO E SESSO, LA NOTTE PERFETTA - Ma è con cibo e sesso che Cassano non scherza. Parla delle sue storie importanti ("Quattro fidanzate in 11 anni sono poche") e del resto ("In compenso ho avuto qualche altra avventura. Diciamo tra 600 e 700 donne, una ventina delle quali appartengono al mondo dello spettacolo"). E poi: "Spesso ho giocato grandi partite dopo aver fatto sesso. Andatevi a vedere Roma-Juve 4-0. Avevo fatto le sei la domenica mattina, con una delle tante amiche che avevo in quel periodo. A Madrid era ancora più facile, perché eravamo in albergo, tutti sullo stesso piano, così sopra e sotto potevi invitare chi volevi e raggiungerla nel cuore della notte. Avevo un cameriere amico. Il suo compito era portarmi 3 o 4 cornetti dopo aver trombato. Portava i cornetti sulla scala, io accompagnavo quella là e facevamo lo scambio: lui prendeva la tipa, io mi sfondavo di cornetti. Sesso più cibo, la notte perfetta".
TECNICI PIU' O MENO ODIATI- Cassano ha anche affrontato il tema dei burrascosi rapporti con i suoi tecnici: "Fascetti è l'unico allenatore con cui non ho mai scazzato. Gentile lo detestavo". A Spalletti ha detto: "Mica stai allenando quelle schiappe che avevi all'Udinese, questa è mica casa tua, è casa mia". Poi con Capello: "A Tarragona mi fa scaldare per tutto il secondo tempo con Ronaldo. Nello spogliatoio gli dico 'sei un uomo di m...., sei più falso dei soldi del Monopoli". E ancora su Del Neri: "Non si capiva un c.... di quello che diceva ed è un po' ambiguo". Di Batistuta ha detto "aveva la puzza sotto il naso". Mentre la rottura con Francesco Totti, poi ricomposta, sarebbe cominciata dopo che i due erano stati ospiti di Maria De Filippi e il capitano della Roma si sarebbe preso l'80% del compenso.
TERRA MIA - È innamorato di Bari Vecchia, Antò, di piazza Ferrarese soprattutto, la sua casa. "Giocavo tra le bancarelle, tutti mi volevano in squadra con loro e scommettevano 10, 15 o 20 mila lire sulla squadra dove giocavo io. Io mica ero trimone, mica ero scemo: volevo il grano io, dovevano darmi la percentuale". E lì, tra le bancarelle, non si scherzava mica: "Spesso c’erano spari, macchine della polizia, ambulanze". Il suo bilancio: "A oggi mi sono fatto 17 anni da disgraziato e 9 da miliardario. Me ne mancano ancora 8, prima di pareggiare". In compenso, il piccolo Antonio era un fenomeno a scuola: "Avevo due in tutte le materie. Un risultato straordinario, ottenuto grazie a un impegno costante (...) Sono stato bocciato sei volte, tra elementari e medie". Antonio cresce e si appassiona alle 4 ruote: "Il primo amore è stata una Golf che mi regalò Matarrese dopo Bari-Inter. Una promessa mantenuta dal presidente, strano (...) Gratis la macchina, per la patente invece ho dovuto spendere qualcosa, non molto, diciamo che mi hanno fatto un buon prezzo (...) Quando avevo 17 anni nel giro di pochi mesi mi hanno sequestrato due moto 125 cc. e tre macchine".
CIBO E SESSO, LA NOTTE PERFETTA - Ma è con cibo e sesso che Cassano non scherza. Parla delle sue storie importanti ("Quattro fidanzate in 11 anni sono poche") e del resto ("In compenso ho avuto qualche altra avventura. Diciamo tra 600 e 700 donne, una ventina delle quali appartengono al mondo dello spettacolo"). E poi: "Spesso ho giocato grandi partite dopo aver fatto sesso. Andatevi a vedere Roma-Juve 4-0. Avevo fatto le sei la domenica mattina, con una delle tante amiche che avevo in quel periodo. A Madrid era ancora più facile, perché eravamo in albergo, tutti sullo stesso piano, così sopra e sotto potevi invitare chi volevi e raggiungerla nel cuore della notte. Avevo un cameriere amico. Il suo compito era portarmi 3 o 4 cornetti dopo aver trombato. Portava i cornetti sulla scala, io accompagnavo quella là e facevamo lo scambio: lui prendeva la tipa, io mi sfondavo di cornetti. Sesso più cibo, la notte perfetta".
martedì 11 novembre 2008
Nocerino fuori per 2 turni
Per il Palermo arrivano cattive notizie dalla disciplinare. Il giudice sportivo Tosel ha infatti deciso di usare il pugno duro e, dopo aver predisposto provvedimenti per una giornata per il reggino Costa, il centrocampista del Lecce Giacomazzi, Guarente dell'Atalanta, il giallorosso Pizarro e il senese Rossettini, ha inflitto ben due turni di squalifica al rosanero Nocerino, espulso nelle fasi finali della gara contro il Torino: il centrocampista napoletano dunque salterà non solo il match interno contro l'Inter ma anche la delicata trasferta di Bologna.
Ancora una volta su tutte le furie Maurizio Zamparini, che senza esitazioni ha dichiarato: "La squalifica di Nocerino è una cosa davvero incredibile, faremo ricorso, ma per me è pazzesco quello che stanno facendo. Io ieri sera ero in tv con i giornalisti e tutti, commentando alla moviola l'episodio, sostenevano che forse non c'era neanche l'ammonizione. E' un attacco sferrato a me e al Palermo, sono stanco di tuttò ciò. Adesso bisognerà vedere cosa ha riportato sul proprio referto il signor Rizzoli e fare chiaramente opposizione a ciò che ha scritto: vedrete che la squalifica verrà ridotta a una giornata, ma mi meraviglio che il Giudice sportivo Tosel abbia preso questa decisione".
Ancora una volta su tutte le furie Maurizio Zamparini, che senza esitazioni ha dichiarato: "La squalifica di Nocerino è una cosa davvero incredibile, faremo ricorso, ma per me è pazzesco quello che stanno facendo. Io ieri sera ero in tv con i giornalisti e tutti, commentando alla moviola l'episodio, sostenevano che forse non c'era neanche l'ammonizione. E' un attacco sferrato a me e al Palermo, sono stanco di tuttò ciò. Adesso bisognerà vedere cosa ha riportato sul proprio referto il signor Rizzoli e fare chiaramente opposizione a ciò che ha scritto: vedrete che la squalifica verrà ridotta a una giornata, ma mi meraviglio che il Giudice sportivo Tosel abbia preso questa decisione".
Zamparini-show a Boccadifalco
Giornata bollente a Boccadifalco dove è apparso Maurizio Zamparini, al centro delle attenzioni nazionali dopo le tutt'altro che distensive polemiche sorte dopo la gara contro il Torino. Il Presidente, incontrati i vertici della società nella persona dell'AD Rinaldo Sagramola e del suo vice Guglielmo Miccichè, ha presenziato ad un rapido incontro col mister e con la squadra, poi ha iniziato il colloquio con la stampa. Ecco il discorso presidenziale, i toni sono meno distensivi e incoraggianti di altri discorsi presidenziali recenti, ma è chiaro che non poteva essere che così:
"Stasera attaccherò in tv chi ha arbitrato il Palermo nelle ultime partite, lasciandoci in dieci in tre gare nelle ultime cinque. In particolare attaccherò Rizzoli, che anche a Roma l’anno scorso sbagliò con noi e che nelle ultime partite non mi è sembrato inappuntabile. Ha sbagliato fermando un’azione ed espellendo Nocerino: questo rosso è una vergogna, ci ha danneggiato scientificamente. Io sono orgoglioso di essere il presidente del Palermo, questa squadra e questa città non meritano questo trattamento. Mi viene da chiedere a Collina e Gussoni perchè gli arbitri ci dirigano così: tutte le espulsioni secondo me erano falli da "giallo", sia nel caso di Carrozzieri che di Bresciano che Nocerino. Non è nemmeno vero che c’era un gol a favore del Torino, chi lo dice si sbaglia di grosso. Sono veramente arrabbiato: io e il Palermo non meritiamo questo. Non voglio compensazioni, ma voglio arbitraggi giusti. Collina e Gussoni riguardino le partite del Palermo e prendano provvedimenti. Ma siccome qualcuno ha già detto che Dellafiore su Gilardino, con cui mi congratulo perchè dopo un mese ha fatto un atto da uomini chiedendo scusa, aveva commesso rigore...Quanti favori abbiamo avuto?Nessuno, tutti errori contro di noi.
Al pari degli arbitri, anche la stampa nazionale non si sta comportando bene, e ho l’impressione che più che con la squadra ce l’abbiano con me, quasi fossi un virus da eliminare.
Nello spogliatoio comunque non ho parlato di arbitri, ho parlato con il mister e sono uscito sbattendo la porta. Non sono contento dell’analisi fatta da Ballardini: se uno non fa l’esame degli errori commessi e pensa che tutto vada bene, sbagliamo di grosso. Non mi si può dire che non avevamo le potenzialità per far bene a Torino. Ovviamente lui difende la squadra: stimo moltissimo Ballardini, lo reputo una persona seria che lavorerà ancora a lungo a Palermo, ma bisogna avere un pò più di autocritica. Con la squadra? La squadra è sempre l’immagine dell’allenatore, non è possibile che la squadra che ha battuto la Juve giochi così contro il Torino. Spero di averli colpiti nell’orgoglio e di averli spronati. Spero che venga dato il giusto spazio anche a chi ha giocato meno, vorrei delle variazioni.
Ballardini ha detto che non abbiamo l’organico di altre sei-sette squadre, ma la settimana scorsa aveva detto il contrario. E’ normale che un tecnico difenda la squadra: io non voglio attaccare l’allenatore, voglio che ci compattiamo tutti insieme per raggiungere un obiettivo comune.
Se arriverà una punta? Sabatini sta monitorando alcuni attaccanti, comunque indipendentemente dalla prima squadra potrebbe arrivare qualche giovane. Prenderò tutto ciò che serve, ma per me non è una questione di uomini. Non credo che i nostri giocatori siano inferiori a quelli del Toro, mi ha sorpreso l’atteggiamento di Ballardini, non mi aspettavo questo comportamento. Abbiamo bisogno di Budan, e se non c’è, di Succi: non è che questo ragazzo non sappia giocare. Contro il Toro abbiamo giocato con solo Miccoli davanti, Cavani giocava esterno. Non possiamo vincere a Torino giocando così.
Il blocco degli stipendi non serve. Magari potrei non pagarli per qualche mese, giusto per toccare un pò i giocatori nel portafoglio. Nocerino? E’ ancora al cinquanta per cento, dovrebbe riposare dando spazio a giocatori un pò più in forma per poi esprimere tutto il suo grande potenziale. Non dobbiamo fossilizzarci sempre sugli stessi uomini. Budan non pronto? Deve giocare, altrimenti quando lo sarà? Uno come lui lì davanti ci serve. Io al posto di togliere una punta ne avrei inserita una, il Toro doveva preoccuparsi del nostro attacco. Budan ha un mese di tempo per dimostrare di essere il futuro del Palermo, ritengo sia il centravanti adatto a noi. Deve ritrovare però la forma di Parma, altrimenti interverremo sul mercato.
Ero convinto di andare a Torino a vincere 3-0: non sono arrabbiato solo per la sconfitta, ma è questo rendimento delle ultime cinque gare che non mi va giù. Anche con il Chievo non è che avessimo fatto grandi cose. E’ un Palermo irriconoscibile rispetto al primo di Ballardini: anche nell’allegria, nell’entusiasmo. Perchè il Napoli corre molto di più di noi? Va data una scossa a questa squadra. Se il campionato è competitivo e quindi ci può stare di perdere? Non credo, non abbiamo affrontato un grande Torino. Noi però abbiamo dato troppi spazi ai granata. Non metto in discussione nessuno, però non abbiamo un raffreddore, abbiamo una malattia: e io sono qui per dare quella scossa di cui avevamo bisogno. La soluzione però alla fine deve trovarla Ballardini. Non mi interessano i modi, deve tornare a far giocare bene la squadra. Con l’Inter dobbiamo presentarci con lo stesso spirito della Reggina, convinti di potere fare la partita correndo il doppio degli altri. L’Inter è l’avversario peggiore da affrontare? Assolutamente no, troveremo la concentrazione giusta per giocare alla grande. Mourinho disse che ci voleva la scorta per venire qui? Non è colpa sua, l’immagine della Sicilia all’estero e in Italia è stata sporcata dalla stampa estera."
"Stasera attaccherò in tv chi ha arbitrato il Palermo nelle ultime partite, lasciandoci in dieci in tre gare nelle ultime cinque. In particolare attaccherò Rizzoli, che anche a Roma l’anno scorso sbagliò con noi e che nelle ultime partite non mi è sembrato inappuntabile. Ha sbagliato fermando un’azione ed espellendo Nocerino: questo rosso è una vergogna, ci ha danneggiato scientificamente. Io sono orgoglioso di essere il presidente del Palermo, questa squadra e questa città non meritano questo trattamento. Mi viene da chiedere a Collina e Gussoni perchè gli arbitri ci dirigano così: tutte le espulsioni secondo me erano falli da "giallo", sia nel caso di Carrozzieri che di Bresciano che Nocerino. Non è nemmeno vero che c’era un gol a favore del Torino, chi lo dice si sbaglia di grosso. Sono veramente arrabbiato: io e il Palermo non meritiamo questo. Non voglio compensazioni, ma voglio arbitraggi giusti. Collina e Gussoni riguardino le partite del Palermo e prendano provvedimenti. Ma siccome qualcuno ha già detto che Dellafiore su Gilardino, con cui mi congratulo perchè dopo un mese ha fatto un atto da uomini chiedendo scusa, aveva commesso rigore...Quanti favori abbiamo avuto?Nessuno, tutti errori contro di noi.
Al pari degli arbitri, anche la stampa nazionale non si sta comportando bene, e ho l’impressione che più che con la squadra ce l’abbiano con me, quasi fossi un virus da eliminare.
Nello spogliatoio comunque non ho parlato di arbitri, ho parlato con il mister e sono uscito sbattendo la porta. Non sono contento dell’analisi fatta da Ballardini: se uno non fa l’esame degli errori commessi e pensa che tutto vada bene, sbagliamo di grosso. Non mi si può dire che non avevamo le potenzialità per far bene a Torino. Ovviamente lui difende la squadra: stimo moltissimo Ballardini, lo reputo una persona seria che lavorerà ancora a lungo a Palermo, ma bisogna avere un pò più di autocritica. Con la squadra? La squadra è sempre l’immagine dell’allenatore, non è possibile che la squadra che ha battuto la Juve giochi così contro il Torino. Spero di averli colpiti nell’orgoglio e di averli spronati. Spero che venga dato il giusto spazio anche a chi ha giocato meno, vorrei delle variazioni.
Ballardini ha detto che non abbiamo l’organico di altre sei-sette squadre, ma la settimana scorsa aveva detto il contrario. E’ normale che un tecnico difenda la squadra: io non voglio attaccare l’allenatore, voglio che ci compattiamo tutti insieme per raggiungere un obiettivo comune.
Se arriverà una punta? Sabatini sta monitorando alcuni attaccanti, comunque indipendentemente dalla prima squadra potrebbe arrivare qualche giovane. Prenderò tutto ciò che serve, ma per me non è una questione di uomini. Non credo che i nostri giocatori siano inferiori a quelli del Toro, mi ha sorpreso l’atteggiamento di Ballardini, non mi aspettavo questo comportamento. Abbiamo bisogno di Budan, e se non c’è, di Succi: non è che questo ragazzo non sappia giocare. Contro il Toro abbiamo giocato con solo Miccoli davanti, Cavani giocava esterno. Non possiamo vincere a Torino giocando così.
Il blocco degli stipendi non serve. Magari potrei non pagarli per qualche mese, giusto per toccare un pò i giocatori nel portafoglio. Nocerino? E’ ancora al cinquanta per cento, dovrebbe riposare dando spazio a giocatori un pò più in forma per poi esprimere tutto il suo grande potenziale. Non dobbiamo fossilizzarci sempre sugli stessi uomini. Budan non pronto? Deve giocare, altrimenti quando lo sarà? Uno come lui lì davanti ci serve. Io al posto di togliere una punta ne avrei inserita una, il Toro doveva preoccuparsi del nostro attacco. Budan ha un mese di tempo per dimostrare di essere il futuro del Palermo, ritengo sia il centravanti adatto a noi. Deve ritrovare però la forma di Parma, altrimenti interverremo sul mercato.
Ero convinto di andare a Torino a vincere 3-0: non sono arrabbiato solo per la sconfitta, ma è questo rendimento delle ultime cinque gare che non mi va giù. Anche con il Chievo non è che avessimo fatto grandi cose. E’ un Palermo irriconoscibile rispetto al primo di Ballardini: anche nell’allegria, nell’entusiasmo. Perchè il Napoli corre molto di più di noi? Va data una scossa a questa squadra. Se il campionato è competitivo e quindi ci può stare di perdere? Non credo, non abbiamo affrontato un grande Torino. Noi però abbiamo dato troppi spazi ai granata. Non metto in discussione nessuno, però non abbiamo un raffreddore, abbiamo una malattia: e io sono qui per dare quella scossa di cui avevamo bisogno. La soluzione però alla fine deve trovarla Ballardini. Non mi interessano i modi, deve tornare a far giocare bene la squadra. Con l’Inter dobbiamo presentarci con lo stesso spirito della Reggina, convinti di potere fare la partita correndo il doppio degli altri. L’Inter è l’avversario peggiore da affrontare? Assolutamente no, troveremo la concentrazione giusta per giocare alla grande. Mourinho disse che ci voleva la scorta per venire qui? Non è colpa sua, l’immagine della Sicilia all’estero e in Italia è stata sporcata dalla stampa estera."
domenica 9 novembre 2008
Catania, quando vincere non basta...
Oggi pomeriggio, nel post-partita di Catania-Cagliari, si è materializzato l'ennesimo episodio che conferma come il mondo del calcio sia sempre più esasperato. I tifosi rossazzurri hanno fischiato la loro squadra dopo una vittoria. Il tecnico dei siciliani, Walter Zenga, in sala stampa si è lasciato andare ad un lungo sfogo: "Se il problema sono io me ne posso anche andare. Non ce l'ho con i giornalisti ma ho sentito cose che non mi piacciono. Sono contento perché ha segnato il gol decisivo Sabato, uno di quei giocatori che vengono sempre messi in discussione. Nonostante aver collezionato 18 punti qui si dice che non abbiamo giocato bene. Ho detto a chi critica la squadra che se hanno bisogno di un allenatore che fa giocare splendidamente il Catania, possono cercarselo". E come dargli torto?
Iscriviti a:
Post (Atom)