Il Brasile di Carlos Dunga vince la sfida della stelle contro l'Argentina: 3-1 grazie a Luisao e Luis Fabiano (2), inutile l'1-2 di Datolo. I verdeoro infliggono una lezioni ai rivali e staccano il pass per i Mondiali sudafricani. Il Brasile vola già in Sudafrica: la squadra di Carlos Dunga ha schiantato in trasferta l'Argentina per 3 a 1 ed è così la prima nazionale del Sudamerica ad acquisire il passaporto per la fase finale dei Mondiali.
Per la nazionale guidata da Diego Armando Maradona quella allo stadio 'Gigante de Arroyito' di Rosario è stata una sconfitta bruciante, che rende molto difficile il cammino verso il Sudafrica. Nel suo girone, la 'Seleccion' è infatti quarta alle spalle di Brasile, Paraguay e Cile, e rischia di dover affrontare lo spareggio con il quinto classificato del gruppo Concacaf. Il Brasile ha saputo costruire senza grandi difficoltà una partita perfetta, grazie alle reti di Luisao, di testa al 23', e di Luis Fabiano al 30', entrambi a causa di ingenuità e disattenzioni della difesa argentina. La terza rete brasiliana è giunta al 66' grazie ad una precisa chiusura di Luis Fabiano, dopo un passaggio magico di Kakà: gol che è arrivato due minuti dopo l'unica rete argentina (segnata da Jesus Datolo con un forte tiro di sinistra da fuori area) e che è stato come una mazzata per la squadra di Maradona.
Al centro degli sguardi dei 40 mila presenti allo stadio è finito l'uomo più atteso dai preoccupati tifosi locali, Leonel Messi. La stella del Barcellona non è mai riuscita ad essere incisiva di fronte alla massiccia e ben dispiegata difesa del Brasile. Ma è stata tutta la squadra di Dunga a giocare con grande serenità aspettando gli errori (tanti) degli avversari. Molti i brasiliani in evidenza, tra i quali il portiere Julio Cesar, i difensori Luisao e Lucio, Elano e Gilberto Silva. Oltre a Luis Fabiano che non ha mancato l'appuntamento con i gol.
NON E' COLPA DI MESSI - "Ora quel che non bisogna fare è prendersela con Messi, che - ha puntualizzato Diego - fa parte di una squadra, e non gioca da solo. Fino ai primi venti minuti il Brasile non era neppure arrivato nella nostra porta, ma abbiamo marcato molto male, fatto che ci è costato caro", ha proseguito Maradona. "Sono tranquillo con i miei giocatori, ora dobbiamo continuare a lavorare, in vista della partita di mercoledì con il Paraguay, anche se sarà dura e complicato".
DUNGA ENTUSIASTA- "Siamo stati più tecnici e concentrati. I miei giocatori non solo sono grandi campioni, ma anche dei veri lavoratori nel campo di gioco", ha sottolineato Dunga al termine della partita, riconoscendo che l'Argentina "é una grande squadra e Messi è uno dei migliori". Nel rilevare che "il Brasile ha saputo utilizzare bene la velocità nei momenti opportuni", il ct ha precisato che la sua squadra "non ha vinto per gli errori dell'Argentina, ma perché siamo stati concentrati e abbiamo giocato bene le palle ferme".
Per la nazionale guidata da Diego Armando Maradona quella allo stadio 'Gigante de Arroyito' di Rosario è stata una sconfitta bruciante, che rende molto difficile il cammino verso il Sudafrica. Nel suo girone, la 'Seleccion' è infatti quarta alle spalle di Brasile, Paraguay e Cile, e rischia di dover affrontare lo spareggio con il quinto classificato del gruppo Concacaf. Il Brasile ha saputo costruire senza grandi difficoltà una partita perfetta, grazie alle reti di Luisao, di testa al 23', e di Luis Fabiano al 30', entrambi a causa di ingenuità e disattenzioni della difesa argentina. La terza rete brasiliana è giunta al 66' grazie ad una precisa chiusura di Luis Fabiano, dopo un passaggio magico di Kakà: gol che è arrivato due minuti dopo l'unica rete argentina (segnata da Jesus Datolo con un forte tiro di sinistra da fuori area) e che è stato come una mazzata per la squadra di Maradona.
Al centro degli sguardi dei 40 mila presenti allo stadio è finito l'uomo più atteso dai preoccupati tifosi locali, Leonel Messi. La stella del Barcellona non è mai riuscita ad essere incisiva di fronte alla massiccia e ben dispiegata difesa del Brasile. Ma è stata tutta la squadra di Dunga a giocare con grande serenità aspettando gli errori (tanti) degli avversari. Molti i brasiliani in evidenza, tra i quali il portiere Julio Cesar, i difensori Luisao e Lucio, Elano e Gilberto Silva. Oltre a Luis Fabiano che non ha mancato l'appuntamento con i gol.
NON E' COLPA DI MESSI - "Ora quel che non bisogna fare è prendersela con Messi, che - ha puntualizzato Diego - fa parte di una squadra, e non gioca da solo. Fino ai primi venti minuti il Brasile non era neppure arrivato nella nostra porta, ma abbiamo marcato molto male, fatto che ci è costato caro", ha proseguito Maradona. "Sono tranquillo con i miei giocatori, ora dobbiamo continuare a lavorare, in vista della partita di mercoledì con il Paraguay, anche se sarà dura e complicato".
DUNGA ENTUSIASTA- "Siamo stati più tecnici e concentrati. I miei giocatori non solo sono grandi campioni, ma anche dei veri lavoratori nel campo di gioco", ha sottolineato Dunga al termine della partita, riconoscendo che l'Argentina "é una grande squadra e Messi è uno dei migliori". Nel rilevare che "il Brasile ha saputo utilizzare bene la velocità nei momenti opportuni", il ct ha precisato che la sua squadra "non ha vinto per gli errori dell'Argentina, ma perché siamo stati concentrati e abbiamo giocato bene le palle ferme".
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