Il Brasile resta nei sogni di Amauri. In attesa del passaporto italiano che gli aprirebbe le porte della Nazionale di Lippi, l'attaccante della Juventus, in un'intervista al quotidiano brasiliano Estado de S.Paulo, ribadisce che la sua prima opzione resta la Seleçao, dove però Dunga ancora non lo chiama, anche se nei giorni scorsi non ha escluso di poterlo inserire tra i convocati per l'amichevole del 10 febbraio, proprio contro gli azzurri. "Aspetto tranquillo, che sia una convocazione del Brasile o dell'Italia - dice Amauri -. Il passaporto? Dipende dalla burocrazia, può arrivare tra giorni o tra mesi, potrebbe essere pronto anche a inizio anno. Io, comunque, sono brasiliano e l'unica nazionale dove posso giocare, per il momento, è quella brasiliana. Sto solo aspettando una chance". Con Dunga, spiega, "Non c'è stato alcun contatto, ma sono sicuro che mi sta osservando. So che non è facile arrivare nella Seleçao, Dunga lavora con un gruppo di giocatori da quasi due anni, e io sono quasi uno sconosciuto, anche se ora gioco nella Juventus e questo dà maggior risalto alla mia immagine". Il c.t. verdeoro ha aperto alla chiamata di Amauri ma non vuole pressioni. "Forse ha detto questo a causa di alcune dichiarazioni del mio ex-procuratore, che ha detto che avrei avanzato delle pretese nei confronti di Dunga - racconta l'attaccante bianconero - Ma non è vero, e credo che questa storia abbia finito col danneggiarmi. So che agli allenatori non piacciono queste cose e voglio dire a Dunga che non ho mai chiesto nulla, non fa parte del mio carattere. Se andrò in nazionale sarà perchè ho sudato molto, perchè me lo sono meritato in campo, non perchè altri stanno facendo pressione". Ma nei pensieri di Amauri non c'è solo il Brasile. Alla Juventus l'attaccante sta finalmente trovando la sua definitiva consacrazione. "La mia carriera sta andando molto bene - continua -. Sono andato via dal Palermo, e alla Juve mi sono ambientato subito. È facile giocare con gente come Del Piero, Nedved, Camoranesi. La partita col Milan? È stata molto importante, abbiamo battuto un avversario fortissimo, è stata una notte speciale. Dopo nove anni di battaglia, dal mio arrivo in Italia, passando per la serie B, adesso gioco per uno dei club più importanti del mondo e la cosa più bella è che mi sto mettendo in evidenza. È stato un 2008 molto completo, mi è mancata solo la convocazione in nazionale". Unico brasiliano tra i bianconeri ("ma con Tiago parliamo anche in portoghese"), Amauri è comunque in ottimi rapporti con gli altri connazionali che giocano in Serie A ("Julio Cesar è un grande amico") e un giorno spera di tornare nel suo Paese, per vestire la maglia della sua squadra del cuore. "Il San Paolo è come la Juventus del Brasile, una grandissima squadra - ammette -. Sogno ancora di giocarci, ma non per il momento. Dopo nove anni in Italia sto finalmente giocando in una grande, ma come tifoso del San Paolo voglio ancora giocare nella mia squadra del cuore. Ho seguito la vittoria del campionato brasiliano, ero felicissimo, è stato un mese perfetto per me".
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