Il giorno dopo Palermo-Reggina fa ancora parlare il gesto, che il senso comune riterrebbe molto corretto, di Franco Brienza. Molti personaggi del mondo calcio si sono espressi sull’accaduto: Claudio Lotito, si è espresso in termini lusinghieri, dall’alto della sua immagine di paladino di facciata di un calcio didascalico, ma soprattutto moralizzato: “Con quel gesto ha incarnato i valori dello sport al 100 per cento” questo il parere del presidente della Lazio. Parlando della categoria dei presidenti, oltre alle dichiarazioni del suo presidente Lillo Foti (“Brienza non mi stupisce, è un grande professionista e un uomo leale. Sono questi gli spot di cui ha bisogno il calcio”), ha voluto parlare anche il precedente presidente di Brienza, il "nostro" Maurizio Zamparini: "Doveva intervenire l’arbitro, tra l’altro un direttore di gara esperto come Farina. Era un’azione pericolosa per noi, è andata bene e va dato quindi merito a Brienza per il gesto".
Già, l’arbitro. Anche dalla categoria arbitrale, solitamente silenziosa, arrivano commenti, come quelli dell’arbitro di ieri Stefano Farina che ammette: “Ho avuto la fortuna di assistere a un gesto meraviglioso Nel secondo tempo prima che io fischiassi, due giocatori si sono scontrati e la palla è schizzata verso Brienza che, richiamato da Carrozzieri del Palermo, si è girato e si è fermato. Questo è un gesto che andrebbe sicuramente esaltato in maniera importante ed invece l'ho visto passare in tv all'una meno cinque per 10 secondi”.
C’è chi invece è andato controcorrente, come Renzo Ulivieri il quale ha raccontato che “Abbiamo deciso nelle riunioni fatte in passato tra allenatori, giocatori e arbitro che ci si ferma un pò troppo durante le partite e quindi deve essere solo l'arbitro a decidere le interruzioni di gioco. Per rispetto del pubblico è solo un ufficiale di gara che deve prendere queste decisioni, spesso le interruzioni di gioco sono inutili e non dovuti a reali falli di gioco”. Come Ulivieri la pensa la fazione più irriducibile del tifo reggino, che ha espresso nella giornate di ieri e oggi un forte malcontento per quella che è stata ritenuta un’occasione sprecata.
Sinceramente, risulta difficile comprendere chi si è espresso contrariamente al gesto di Brienza. Sfidiamo il mister Ulivieri o un qualsiasi ultrà reggino a trovarsi una situazione del genere avendo la possibilità di subirlo il gol e non di realizzarlo: una bordata di fischi o l’esplosione di violenti diatribe mediatiche con il “criminale” che continua a giocare infischiandosene di tutto non è nemmeno quotata. Come al solito c’è da chiedersi perché, anche in gesti di evidente fair-play, il calcio italiano non riesca a schiodarsi dalla mentalità che fa vedere il bicchiere mezzo pieno (o mezzo vuoto) e non riesca ad unirsi al coro di complimenti per un gesto che, fosse accaduto in qualche altro paese, ma anche nel nostro con protagonisti giocatori e squadre più quotate, a quest’ora sarebbe stato solamente celebrato con lodi sperticate e non.
Ancora una volta, a distinguersi in questo contesto è ancora Brienza, che ha probabilmente detto le parole più sensate a proposito dell’accaduto “Normale che possa suscitare un pò di scalpore visto che giocavo contro la mia ex squadra, il Palermo, ma l’avrei fatto comunque, in qualsiasi altro stadio. C’era stato uno scontro "testa contro testa", era giusto fermarsi. Sono stato me stesso, non ho fatto nulla di eclatante. Un gol non mi cambia la vita, né la carriera. Sono stato coerente con la mia personalità.”
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