a cura di,
Alessandro Castellese
Anche questa volta la nazionale italiana non si è smentita, ha ancora una volta dimostrato di dare il meglio di se sopratutto nelle situazioni di difficoltà. Alla vigilia del match d'esordio contro l'Olanda c'era grande serenità e nessuno, anche tra i più pessimisti, si aspettava una possibile delusione. Paradossalmente ieri invece alla vigilia dell'ormai eterna sfida tra Italia e Francia, anche tra i più ottimisti, nessuno riteneva possibile un tale trionfo. Due facce della stessa medaglia, due paradossi del nostro calcio. L'Italia ha convinto, non ha stentato ed ha rischiato poco anche nel finale quando si attendeva l'arrembaggio finale dei francesi. Il nostro contesto calcistico è strano, il giorno prima di una grande partita si usano toni solenni e festanti, quello dopo se macchiato da una sconfitta, è pieno di musi lunghi e toni tracigi, siamo sempre lì... è una società di estremi. Al termine della partita contro l'Olanda si riteneva imminente l'addio di Donadoni, oggi invece c'è chi auspica il rinnovo, indipendente da quella famosa clausola che legherebbe il futuro dell'ex centrocampista del Milan di Sacchi, all'andamento della rassegna continentale. E' vero l'Italia nei primi due match ha stentato, facendo dimenticare a tutti i fasti del trionfo tedesco, ma ieri s'è rivisto quello spirito, quella voglia di fare, di vincere che ha contraddistinto sicuramente questo gruppo negli ultimi due anni, con o senza Marcello Lippi. Adesso c'è la Spagna, probabilmente, al momento, l'avversario più ostico che poteva capitare agli azzurri, i quali però in situazioni di pressione sembrano trasformarsi da angellini in leoni pronti a dare il cuore per una maglia e per una nazione intera. Non ci saranno nè Pirlo nè Gattuso, entrambi squalificati, ed oggi indubbiamente in molti spereranno in una rissa, in un litigio, in qualche minuto di follia, nella speranza che qualche elemento di spicco spagnolo vada incontro alla stessa sorte dei due centrocampisti rossoneri, ma ciò non avverrà probabilmente in quanto è previsto per le furie rosse un ampio turn over. Non ci resta che fare quello che forse ci riesce meglio, isolarci da tutti, scendere in campo e vincere...perchè si sa in questa società di estremi sei un campione solo quando vinci...ma, fortunatamente, non tutti la pensano così.
Alessandro Castellese
Anche questa volta la nazionale italiana non si è smentita, ha ancora una volta dimostrato di dare il meglio di se sopratutto nelle situazioni di difficoltà. Alla vigilia del match d'esordio contro l'Olanda c'era grande serenità e nessuno, anche tra i più pessimisti, si aspettava una possibile delusione. Paradossalmente ieri invece alla vigilia dell'ormai eterna sfida tra Italia e Francia, anche tra i più ottimisti, nessuno riteneva possibile un tale trionfo. Due facce della stessa medaglia, due paradossi del nostro calcio. L'Italia ha convinto, non ha stentato ed ha rischiato poco anche nel finale quando si attendeva l'arrembaggio finale dei francesi. Il nostro contesto calcistico è strano, il giorno prima di una grande partita si usano toni solenni e festanti, quello dopo se macchiato da una sconfitta, è pieno di musi lunghi e toni tracigi, siamo sempre lì... è una società di estremi. Al termine della partita contro l'Olanda si riteneva imminente l'addio di Donadoni, oggi invece c'è chi auspica il rinnovo, indipendente da quella famosa clausola che legherebbe il futuro dell'ex centrocampista del Milan di Sacchi, all'andamento della rassegna continentale. E' vero l'Italia nei primi due match ha stentato, facendo dimenticare a tutti i fasti del trionfo tedesco, ma ieri s'è rivisto quello spirito, quella voglia di fare, di vincere che ha contraddistinto sicuramente questo gruppo negli ultimi due anni, con o senza Marcello Lippi. Adesso c'è la Spagna, probabilmente, al momento, l'avversario più ostico che poteva capitare agli azzurri, i quali però in situazioni di pressione sembrano trasformarsi da angellini in leoni pronti a dare il cuore per una maglia e per una nazione intera. Non ci saranno nè Pirlo nè Gattuso, entrambi squalificati, ed oggi indubbiamente in molti spereranno in una rissa, in un litigio, in qualche minuto di follia, nella speranza che qualche elemento di spicco spagnolo vada incontro alla stessa sorte dei due centrocampisti rossoneri, ma ciò non avverrà probabilmente in quanto è previsto per le furie rosse un ampio turn over. Non ci resta che fare quello che forse ci riesce meglio, isolarci da tutti, scendere in campo e vincere...perchè si sa in questa società di estremi sei un campione solo quando vinci...ma, fortunatamente, non tutti la pensano così.
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